Ora, io posso capire una vena creativa e compositiva che si è accentuata durante la situazione di lockdown scaturita dalla pandemia. Posso anche capire l'esigenza di dare una ripulita al cassetto delle B sides. Ma sette album? Ben sette dischi inediti, che i
Lordi pubblicano in questo 2021 tramite la
AFM Records, e che molto probabilmente resteranno indigesti fino a Natale, ma dell'anno prossimo.
"La mia idea all'inizio, era quella di pubblicare 10 album, ma l’etichetta ha detto che era da pazzi." Queste le parole di
Mr. Lordi, che fa capire come il progetto
"Lordiversity", questo il titolo della raccolta, sia da una parte molto ambizioso, ma dall'altra susciti un attimo dei dubbi sulla qualità di queste canzoni, ben 78, contando intro e tutto quanto.
"Lordiversity", va chiarito, non presenta tutti album che seguono la stessa linea musicale, un heavy metal molto diretto e scanzonato, ma comunque orecchiabile, ma che variano da genere a genere, passando per un metal più tradizionale, al glam, thrash, e perfino industrial.
Chi segue da un po' la carriera del gruppo finlandese sa bene come quest'ultimo abbia provato da dopo
"Scare Force One", lavoro del 2014, a implementare sonorità più progressive, elaborate e accompagnate da un songwriting più strutturato, come in
"Monstereophonic" dove la seconda parte del disco seguiva una trama, questo sempre con il marchio tradizionale della band impresso con forza. Personalmente, ho sempre trovato questa scelta da parte dei Lordi azzeccata, dato che già in
"To Beast Or Not To Beast" si evidenziavano già delle debolezze e ripetizioni nella composizione dei pezzi.
"Lordiversity" presenta, in alcuni dei dischi, questa virata progressiva, e che certamente saprà mettere sia d'accordo gli amanti dei primi album della band, e quelli delle ultime prove in studio.
Parlare di un pezzo per pezzo in un track by track penso sarebbe un suicidio, sia da parte mia nel scriverlo, che da parte vostra nel leggerlo. Diciamo però che a grosso modo, in questa raccolta si percepisce una buona amalgama passando da disco in disco, quindi dai più tradizionali
"Skelectric Dinosaur" e
"Abusement Park", con canzoni come
"Blow My Fuse",
"Ghost Train",
"Up To No Good", e la kissiana
"Day Off The Devil" che fa un po' il verso a "Calling Dr. Love". Preoccupandosi dei fan più romantici, ecco arrivare
"Humanimals", che presenta suoni alla Bon Jovi (per quanto sia difficile immaginarselo, fidatevi) nelle varie
"The Bullet Bites Back", la scontatissima
"Heart Of A Lion", e
"Like A Bee To The Honey". Altri album come
"The Masterbeat From The Moon" risultano invece pressoché inutili, con pezzi inutilmente allungati, strumentali, con la voglia di creare un atmosfera horrorifica, e che sono solo fini a sè stessi.
"Abracadaver" va più sul Thrash/Speed con alcune vette raggiunte (
"Devilium", o
"Beast Of Both Worlds"), mentre con l'ultimo
"Spooky Sextravaganza Spectacular" si chiude il cerchio con sonorità Industrial, che personalmente non mi hanno fatto impazzire, dove si sente a grosso modo in tutti i pezzi che i Lordi non sono familiari con questo genere e si sforzano di calzare scarpe che gli sono totalmente inadatte.
Cosa dire alla fine?
"Lordiversity" è sicuramente un box set che, come detto all'inizio, accontenterà sia chi è schierato per certi tipi di suoni più tradizionali ed altri più elaborati, ma il problema principale penso sarà costituito dalla longevità. La band stessa si ricorderà dei pezzi in questa uscita, o riproporrà quelli più famosi? E i fan dopo un paio di ascolti, si ricorderanno di qualche traccia in particolare, su 78? Domande alle quali solo il tempo saprà dar risposta, ma chissà perché ho già in mente la risposta.