Copertina 7,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2021
Durata:29 min.
Etichetta:High Roller Reords

Tracklist

  1. LOST FOREVER
  2. DEVIL'S WHEEL
  3. ANGUISH
  4. RED LIGHT RUNNER
  5. FIND YOURSELF
  6. CHILDREN OF THE NIGHT
  7. THE PASSAGE
  8. DON'T SPARE THE WICKED

Line up

  • Fili Bibiano: guitars, keyboards
  • Chris Nunez: vocals
  • Robert Duran: drums
  • Damian Rejon: bass

Voto medio utenti

Nati nel 2016, gli statunitensi Fortress irrompono nel mercato musicale due anni dopo con un EP omonimo che già faceva intravedere le potenzialità di questo quartetto. Se negli ultimi anni, infatti, vi è stata una sorta di riscoperta del genere heavy, con decine e decine di band che quasi ogni giorno pubblicano nuovo materiale, molto del quale si attesta quasi sempre su una sufficienza ad ampio respiro, poche sono le band che invece riescono a fare centro nel cuore dell'ascoltatore, risvegliandone la passione più pura e incontrastata per questo genere, mutandoni di pelo annessi.

E' quello che personalmente io ho provato durante l'ascolto di "Don't Spare The Wicked", primo full lenght della band uscito per la High Roller Records. Tante le influenze, dall'eleganza dei primi Queensryche, alla potenza dei Dio, arrivando al gusto melodico che si può trovare nei primi album dei Riot, con Guy Speranza alla voce.

Immagine


Colpisce come un fulmine a ciel sereno dunque per i veri defender questo debut album dei Fortress, che nella sua mezz'oretta scarsa di durata spinge saggiamente sull'acceleratore quando deve, prendiamo una "Devil's Wheel" o "Red Light Runner" dove è la voce squillante ma energica di Chris Scott Nunez a farla da padrone, coadiuvato dai riff sempre azzeccati dell'ex Whiterfall Fili Bibiano (che aveva suonato su "A Prelude To Sorrow"). Sempre a Fabiano vanno fatti inoltre i complimenti per un uso delle tastiere mai invasivo, che regalano un'atmosfera più misteriosa ai pezzi rendendoli quasi delicati, mistici, come in "Anguish", e non facendoli suonare come una sigla di un cartone animato anni 90'.

Tocca invece alla strumentale "The Passage" calmare i bollenti spiriti, con un intermezzo totalmente acustico, per poi riprendersi con la finale Titletrack, un'altra botta di adrenalina. Per i più maideniani invece non preoccupatevi, con "Find Yourself" troverete pane per i vostri denti, una vera e propria cavalcata pensata soprattutto in sede live, dove acquisterà sicuramente ulteriore potenza.

Sono i dischi come "Don't Spare The Wicked" che mi fanno sentire contento di spendere un paio d'ore alla ricerca di musica underground che sia capace, come detto ad inizio recensione, di risvegliare il nostro animo e di saper coinvolgere dall' inizio alla fine. Niente concept ultra elaborati, niente canzoni da 12 minuti e passa, se cercate questo passate oltre. Qui trovate solo puro heavy metal.
Recensione a cura di Francesco Metelli

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