Dopo le bombe soniche di
Black Sites,
Seven Sisters,
Black Soul Horde e con i lavori di
Iron Fate e
Khemmis in arrivo, l’ultimo quadrimestre di questa annata metallica è pronto ad accogliere anche il debutto dei tedeschi
The Night Eternal, e rimane una cosa da fare: mettere mano al portafogli.
Di nuovo.
A seguito dell’EP di debutto che ce li aveva fatti conoscere nel 2019 mostrando buone cose (ne abbiamo parlato anche
sul nostro forum), ero davvero curioso di scoprire se sulla lunga distanza la band fosse stata in grado di mantenere il tiro e l’alta qualità della propria proposta, anche perché il loro sound è piuttosto personale.
Per aiutarvi ad inquadrarli potrei descrivervi la loro musica come un heavy metal classico alla
Priest del primo periodo, un pizzico di
Angel Witch, a cui viene aggiunto un alone dark wave che richiama certi
The Cult, un pizzico dei grandi
Sentenced e che ha diverse affinità con il suono degli
In Solitude di Sister. Questi ultimi li abbiamo cagati in tre ma tant’è.
Insomma,
I The Night Eternal fanno un po’ parte di quella schiera di band (tipo
Idle Hands,
Altar of Oblivion e compagnia) che ultimamente propongono una musica influenzata parzialmente dalla dark wave pur rimanendo indiscutibilmente metal. Certo, le chitarre sono spostate sulle medie frequenze ed invece di ripetere power chord in palm mute usano più spesso open chord ed arpeggi con dissonanze, il gain è leggerino, la batteria fa grande uso di tambourine e charleston molto aperto, ma tutte queste peculiarità contribuiscono ad un suono fresco, decadente, meravigliosamente toccante. Naturalmente anche il cantato di
Ricardo gioca un ruolo fondamentale nell’economia della band e, senza bisogno di lanciarsi in acuti o peripezie vocali, riesce con la sua espressività e la sua personalità ad emergere tirando sempre fuori la giusta linea melodica ed il mood più adatto alla canzone. Apprezzo chi, nel solco della tradizione, cerca di apportare un minimo di personalità per rendere più intrigante una proposta codificata come il metal classico. E questi ragazzi ci riescono alla grande.
Su
Moonlit Cross abbiamo quaranta minuti e spicci in cui i The Night Eternal alternano mid tempo dalle sfumature oscure a cavalcate metalliche ("
Son of Sin"), momenti decadenti memori della band di
Miika Tenkula ed altri più arrembanti ("
Prison of Flesh" e la
title track), riuscendo sempre a convincere ed a piazzare giusti hook in grado di farti ricordare i pezzi al secondo ascolto.
Un lavoro davvero notevole che sto continuando ad ascoltare con sommo godimento e che andrà certamente a posizionarsi tra gli highlight questa annata metallica.