Un disco a dir poco particolare…certo, piacerà a pochi e nonostante le mie deviate inclinazioni non posso certo dire che sia un discone, che sia registrato bene, che sia innovativo, che rimarrà leggendario o stampato nella mia mente per anni… però sono settimane che persiste nel mio lettore, in maniera alternata, tra un disco brutal e uno dark e nemmeno io so il perché. I norvegesi
Gaia Epicus…sì, mi ricordano tanto gli
Iron Fire di “
Thunderstorm”, un disco bellissimo ma scelleratamente rovinato da un cantato pessimo.
Qui non è il cantante a fare il disastro, sebbene non sia un genio, ma un mix tra la produzione non all’altezza ed alcune scelte di songwriting a dir poco discutibili: si passa dal power più tronfio e becero ad un altro molto più sinfonico e raffinato, con stralunate puntate thrash, a volte dedite alla velocità altre puntanti decisamente al groove, come “
Awaken the Monster”. Un disco indubbiamente variegato ma non sempre con risultati felicissimi e paradossalmente è proprio questo il bello di questo disco, se fosse stato melodico a manetta con doppia cassa elicotterista magari sarebbe stato carino ma completamente inosservato, invece così c’è quel morboso fascino dei peggiori/migliori
Custard di “
Kingdoms of your Life”, che vengono prepotentemente invocati dal chorus dell’opener “
New Life”, veramente spaccaossa e convincente, sebbene l’inizio plasticosissimo di batteria sia da censura (come la produzione in generale).
Se invece c’è una cosa perfetta in questo disco beh sono gli assoli…diamo a Cesare quello che è dei Gaia Epicus perché i solos hanno una presa ed un gusto melodico davvero fuori del comune, anche nelle canzoni meno convincenti.
In definitiva un buon disco ma solo per gli amanti del power un po’ deviato e con forti inclinazioni sul becer, in ogni caso bravi gaioni epici!!!
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