Girano tante voci sul fatto che il power metal sia morto, che le band storiche non abbiano più nulla da dire, che di nuove leve pronte a prendere il loro posto non ce ne siano, ecc. Francamente, dopo aver ascoltato un disco come “Victory”, terza fatica dei norvegesi
Gaia Epicus, non posso far altro che sottoscrivere tutto quanto! A partire dal titolo, dalla copertina e dai titoli delle canzoni, l’impressione che questo non sarà l’ascolto più interessante del mondo comincia già a trapelare; quarantasette minuti dopo, essa diventa certezza: i Gaia Epicus non entreranno nella storia del power europeo, ma è comunque sorprendente, visto la situazione odierna del mercato, che siano riusciti ad arrivare al terzo disco!
“Victory” ruota attorno ad un power di chiaro stampo tedesco, senza tastiere ma comunque ricco di melodie e di cavalcate, che cercano disperatamente di essere accattivanti, senza tuttavia riuscirvi granché. Qualche spunto gradevole c’è: l’iniziale “New life”, “Awaken the monster” o l’anthemica e veloce “Rise of the empire”, si lasciano ascoltare volentieri, ma è decisamente troppo poco per assegnare a questo disco una sufficienza anche solo striminzita.
Il problema di questi norvegesi non sta nell’originalità (quella ormai è dura da trovare), quanto nella evidente pochezza del songwriting. Anche la produzione è sotto la media, e non fa che accentuare l’impressione negativa di qui sopra. Con quello che costano i cd oggigiorno, non conviene a nessuno, nemmeno ai defenders più intransigenti, buttarsi su questo lavoro: se avete soldi da spendere andate a recuperare le cose del passato che non avete ancora sentito oppure, se proprio avete fame di nuovo, il nuovo lavoro degli Heavenly merita sicuramente di più di questo...
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