Attenzione:
Questo è un album altamente fomentante, solamente i tentacoli di Cthulhu riusciranno a tenervi incollati alla vostra poltrona e ad impedirvi alzarvi in piedi ogni due minuti stringendo il pugno urlando “sì, cazzo!”.
Rimasti per un nonnulla ai margini della top ten 2020 con il loro buonissimo
Land of Demise (
qui la recensione), ritornano a stretto giro i greci
Black Soul Horde, pronti per la consacrazione e per entrare nell’Olimpo del metallo. Ovviamente non parlo della consacrazione del pubblico o delle vendite (fatte di visualizzazioni, alimentate sempre dai soliti nomi e da un pubblico generalista) mi riferisco invece a chi ha voglia di heavy metal vero, puro, chi è ancora in grado di accendersi con le emozioni che la nostra musica riesce a fornire: non lasciatevi sfuggire
Horrors From The Void.
Il metal classico dei
Black Soul Horde è pregno di elementi epici ed oscuri che si fondono alla perfezione con i testi e le melodie regalandoci un suono sì imparentato con
Cirith Ungol,
Manilla Road,
Attacker, certi
Iced Earth degli inizi, ma con buona personalità e tratti distintivi ben delineati.
La prestazione di
Jim Kotsis su questo nuovo
Horrors From The Void evolve e riesce a curare meglio il proprio cantato caratteristico e nasale aggiungendo sporadicamente harsh vocals e facendo un uso misurato e sempre funzionale di cori. Il suono è poi vivo e pieno di dinamica, ogni strumento partecipa ed è un piacere poterlo sentire chiaramente senza che il tutto sia sparato in primo piano. Altrettanto pregevole è constatare come il grande lavoro delle chitarre non vada mai a prevaricare quello della batteria o del basso, qui ognuno occupa i giusti spazi in funzione della canzone.
A proposito di canzoni, una parte di queste sono ispirate dai “sacri” scritti di H.P. Lovecraft mentre altre trattano storie horror di vario tipo ma tutto l’album gode di un forte mood oscuro, come se ci fosse una minaccia sempre in agguato.
I pezzi non hanno struttura fissa, i
Black Soul Horde lasciano fluire le canzoni come se fossero vive, permettendo loro di mutare senza mai complicarle eccessivamente. In alcune occasioni osano anche qualcosa in più ed il risultato è grandioso, come in occasione della fantastica “
Malediction of the Dead”, lenta e doomosa epica e maestosa, cicciona e sgraziata.
Durante il lavoro si spazia dai mid tempo agli up tempo, alle accelerazioni, alle parti acustiche e certo, anche gli onnipresenti
Maiden spuntano ogni tanto (vedi la parte centrale di “
The Betrayal of the King”), ma in generale gli arrangiamenti sono molto più curati rispetto agli album precedenti, senza troppe sovrastrutture o inutili orpelli ma con belle trame, buona varietà, ed un unione tra linee vocalii, riff e melodie di chitarra davvero ottimamente realizzate.
Non penso sia il caso di andare oltre con descrizioni minuziose e noiose, questo
Horrors From The Void è uno di quei dischi che vanno vissuti istintivamente, in grado di fomentare e di far crescere i muscoli anche ad un flaccidone come me. Durante il primo ascolto non mi sentivo così eccitato dall'anno scorso, quando uscì Forever Black. Qualcosa vorrà pur dire.
Se ad un solo anno di distanza dal buonissimo lavoro precedente sono riusciti a fare un ulteriore salto, non oso immaginare dove questi greci possano arrivare. Ma non precipitiamo, andiamo con calma e godiamoci questo
Horrors From The Void, lavoro già entrato con prepotenza nella mia top ten 2021.