Mi sono sempre approcciato agli L.A. Guns un po' come con i Quiet Riot, o i Dokken. Vuoi un po' per gli ottimi dischi che questi gruppi hanno saputo regalare nel loro periodo più ispirato, che per le azzecatissime melodie di molti dei loro pezzi più famosi, capaci di rimanere ancora impressi a fuoco dopo quasi quarant'anni alle spalle, la curiosità di sentire un nuovo disco da parte loro non era certamente alle stelle, ma comunque ero curioso.

Un parere che con le band sopracitate, purtroppo, non rientra solo in termini di pura nostalgia, ma anche di discesa della qualità musicale negli anni. Non voglio star qui a ricordarvi quanto brutte fossero opere come "Hell To Pay" e "Broken Bones", o "Terrified" e "Number 10". Gli L.A. Guns non fanno eccezione, con pubblicazioni abbastanza piatte come molti dei dischi inizio anni 2000, ma in generale si può dire con abbastanza certezza che rispetto ai loro compagni sopracitati, se la sono cavata leggermente meglio.

Con ritorni, finti abbandoni, e ancora ritorni da parte del buon Phil Lewis e cause intentate contro Steve Ryley, gli L.A. Guns arrivano alla fine di questo 2021 con questo nuovo "Checkered Past", licenziato dalla Frontiers Music, la quale si era già curata di produrre i precedenti "The Devil You Know" e "The Missing Peace". Pur non brillando assolutamente di originalità in fatto di copertine, è il contenuto quello che importa, e si può dire che in "Checkered Past" se ne trovi abbastanza.



Precisiamo, nulla per cui strapparsi i capelli. La band ormai è entrata in quella fase "abbiamo fatto quello che dovevamo fare, sentitevi questo album e andiamo avanti". Il che non è necessariamente un male, anzi, perchè la giusta carica che c'è nell'iniziale "Cannonball" o il riff bello carico di "Better Than You" riescono a far scapocciare, e anche le due ballad "Get Along" e "If It's Over Now" nella loro iperprevidibilità passano senza far venir voglia di passare al prossimo pezzo. Merito anche di Lewis, che se la cava molto bene sia su tonalità più basse che alte, dimostrando di non essersi ridotto all'osso (come un certo biondo che deve andare in giro per stadi di nostra conoscenza), e di una produzione non fredda e senza anima, ma che suona molto old school. Certo, "Living Right Now" non è nulla di eccezionale, e neanche "Let You Down", più elaborata, non riesce mai a far sobbalzare dalla sedia, ma è con ritmi più sporchi e stradaioli che possiamo trovare in "Dog" e "That Ain't Why" che la band riesce a convincere.

Parliamo dunque di un papabile disco dell'anno, o uno dei migliori lavori degli L.A. Guns? Assolutamente no, ma questo non implica che "Checkered Past" sia un disco più che godibile, e che nei suoi 40 minuti di durata non sarà capace di regalavarvi più di un momento di divertimento.