Copertina 6

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2021
Durata:37 min.
Etichetta:Svart Records

Tracklist

  1. IN MIJN BLOED
  2. ONPLAATSBAREN
  3. ZWARTE STAAR
  4. EINDZICHT
  5. IJSHEILIGEN
  6. HET ZWARTEWATERLAND
  7. LICHTVREES
  8. LICHTVREES II

Line up

  • Inge Van Der Zon: drums
  • Fraukje Van Burg: guitars, vocals

Voto medio utenti

Come mai così poche formazioni femminili nel black metal? Questo mi sembra un quesito da porvi, perché io sinceramente non lo so.
Perché se la memoria non fa ancora cilecca alla mia età, abbiamo avuto in passato le greche Astarte, le nipponiche Gallhammer e poco altro.
Il culto della nera fiamma è più una questione intima, spirituale e poco ha a che fare con il sesso di chi lo esegue; perché la musica composta è un mezzo espressivo interiore aggressivo, maligno e nichilista e non ha bisogno di fronzoli.
Ecco che ora spuntano nella terra olandese un duo femminile devoto al metallo nero, che autrici di uno split con i conterranei Advesarius nel 2020 eccole debuttare dopo solo un anno di distanza.
Il debutto è breve se paragonato agli standard odierni che infarciscono gli album di brani inutili spesso gonfiando il disco, qui abbiamo otto tracce per meno di quaranta minuti.
Il fronte scandinavo è il metro di paragone, lo si capisce subito dalla furiosa opener “In mijn bloed”, caratterizzata da riffing a zanzarina, rullate e tempi sincopati mentre le vocals acide e alte sono messe dietro gli strumenti.
Ma non è solo assalto perché qui i tempi sono lenti e dilatati come nella doomy “Zwarte staar” o nella melodica “Eindzicht”, della durata di ben otto minuti; il pezzo invero più lungo dell’album che termina in una sfuriata aggressiva.
La titletrack è divisa in due parti, con la prima lenta e composta da riff malinconici intervallati da classico “tupa- tupa style” ed arpeggi; la seconda che chiude il debut è una semistrumentale arpeggiata corredata da un tappeto rumoristico e una voce parlata sullo sfondo, donando al tutto un’atmosfera quieta e melanconica.
La produzione a mio modesto parere è fin troppo pulita per un album del genere, perché avrei gradito più “sporcizia” e confusione ma sono gusti.
Opera prima derivativa, ma ci sono anche dei guizzi originali che se focalizzati meglio potrebbero portare le nostre lontano, per ora promosse con debito come si faceva a scuola.
Recensione a cura di Matteo Mapelli

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