Copertina 7,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2021
Durata:39 min.
Etichetta:Listenable Records

Tracklist

  1. DEATH ITSELF, BROTHER OF SLEEP (INTRO)
  2. HELL WILL PLAGUE THE RUINS
  3. THE DREGS OF HADES
  4. BLACK ILLUMINATION
  5. DARK FORCE OF CONVICTION
  6. MISDIRECTION THIEF
  7. DEAD LEGIONS
  8. TRIUMPH OF THE GROTESQUE
  9. NAMELESS DEATH
  10. A SINFUL LIFE OF POWER
  11. ASHES
  12. THE BLIND BEAST
  13. REIGN ON IN HELL
  14. CRUCIFIXION OF DISTORTED EXISTENCE

Line up

  • Shane Embury : Bass
  • Tomas Lindberg: Vocals
  • Anton Reisenegger: Guitars
  • Kevin Sharp: Vocals
  • Adam Jarvis: Drums

Voto medio utenti

Quello che era nato nel 1999 come un semplice divertissement fra un gruppo di amici, nel corso degli anni è diventato un progetto serio e solido, assorbendo le defezioni in modo indolore e cooptando alla causa nuovi entusiasti membri.

L’ultimo ingresso in casa Lock Up è quello del quell’autentica piovra dietro le pelli che prende il nome di Adam Jervis - motore turbo già visto all’opera nei grandissimi Misery Index e Pig Destroyer - sostituendo egregiamente il veterano Nicholas Barker e completando la formazione che vede protagonisti Shane Embury, Tomas Lindberg, Kevin Sharp e Anton Reisenegger

Ed è con questa super formazione che “The dregs of hades” entra di prepotenza negli ascolti di fine 2021, con la delicatezza di un elefante in una cristalleria, impietoso grindcore “alla cara e vecchia maniera” in cui il Fattore G(roove) ha un peso determinante nel conferimento di spessore e varietà in qualche misura “raddolcito” dagli elementi più propriamente death metal

Sotto questo aspetto “The dregs of hades” dona all’ascoltatore esattamente quello che vuole.

I Lock Up non cercano minimamente di ammaliarci con soluzioni intriganti, non sono interessati a corromperci l’anima con ritmi ipnotici e dissonanti e suoni disturbanti. A loro interessa solo una cosa: colpire veloce e forte – ripeto - “alla cara e vecchia maniera”.

Il che è - ma non lo scopriamo certamente oggi vero? - allo stesso tempo il punto di forza e il limite della band la quale rarissimamente esce dai confini autoimposti e quando lo fa si sente distintamente la manina santa di Shane Embury in sede di scrittura (v. la conclusiva “Crucifixion of distorted existence” che non sfigurerebbe all’interno del catalogo della Morte al Napalm)

A conti fatti, la parte centrale del disco è quella polposa, i minuti compresi fra “Dark force of convinction” e “Nameless death” è un autentico macello in cui l’adrenalina scorre veloce ed in cui la prestazione dei due vocalist si alterna/mischia ci invita all’headbanging forsennato, valvola di sfogo all’energia che abbiamo dentro.

“The dregs of hades” è un disco onesto, uno di quelli che non ti fa rimpiangere l’acquisto e, sotto molti aspetti, è un lavoro “rassicurante” nel suo prendere a gomitate l’ascoltatore.

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