A volte ci sono imprese impossibili, anche solo avvicinarcisi equivale ad una vittoria.
Anche musicalmente c’è questa voglia di attraversare le “Colonne D’Ercole” per spingersi oltre, questo è uno dei casi; quando si deve tradurre in musica uno scrittore come
H.P. Lovecraft; il suo terrore cosmico, l’orrore ignoto che sale piano piano coinvolgendo mente, corpo e psiche, difficile riuscire anche solamente a descrivere con le note in parte quanto realizzato in vita dal “
Solitario di Providence”.
Eppure c’è chi nel metal è riuscito come i
Mekong Delta nel bellissimo e complesso “
The Music Of Erich Zann” del 1988 od i
Metallica nella strumentale “
The Call Of Ktulu” del 1984.
Ora lo scrittore del New England è l’obbiettivo primario della nuova band estrema svedese creata da membri di
At The Gates, Skitsystem e
Tormented, non certo dei novellini; questo secondo lavoro vuole addentrarsi ancora di più nel descrivere emotivamente quel senso di follia, orrore proveniente da dimensioni spaziali e oscurità che
Lovecraft aveva ben delineato nei suoi racconti.
Il primo brano “
Abyssal slime”, preceduto da un’intro che traduce in musica quello che vi ho detto poc’anzi è una bordata di poco più di due minuti con chitarre compresse, la voce di “
Tompa”
Lindberg è più animalesca ma riconoscibile.
“
Death reborn”, non si ferma minimamente, anzi seguita a picchiare con veemenza, breve e senza pietà.
Ecco che la titletrack si fa avanti con un attacco lento, melodie malate e un senso di orrore latente; brano che mixa abilmente sfuriate a tempi più ragionati dove il death metal trae la sua linfa per corrodere la corteccia più dura delle nostre emozioni.
“Architects of madness”, è una composizione cadenzata con tempi vicini al doom, riffing in modalità death svedese ma lontani dalla band madre e con dei solos azzeccati nel cercare di dare un senso di malignità al tutto.
Ciliegina sulla torta, la partecipazione di sua “eminenza della decomposizione”
Chris Reifert, dominus degli
Autopsy in “
Kaleidoscopic mutations”.
Melodie sinistre e minacciose con tocchi di batteria che aprono a tempi lenti ed urla bestiali con un bel sottofondo di tastiere, grande brano.
Con la conclusiva “
Leech of the aeons” i nostri si avvicinano al confine dell’orrore ultraterreno evocato molto bene dallo scrittore americano.
Apertura con delle note d’organo malsane che vengono poi irrobustite da un doom/ death metal opprimente e scurissimo.
Le chitarre sono affilate in questo mid tempo cadenzato con un profumo “made in
Entombed” che evoca cimiteri deserti ma scelti come veicolo per esperimenti maligni od evocazioni demoniache.
Il tutto poi ha una veemente accelerazione con un solo breve e violento per poi rallentare minacciosamente, con le urla del singer riverberate e rese ancora più feroci.
Un gran bel disco signori, bisogna dire che gli svedesi hanno saputo interpretare al loro meglio l’emotività lovecraftiana; album da avere e da ascoltare come colonna sonora di opere come “
Le Montagne Della Follia” o “
La Maschera Di Innsmouth”, l’effetto è assicurato.
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