Ci sono quelle cose che non cambiano mai e che non possono cambiare qualsiasi cosa accada.
La passione è una di queste.
Spesso mi capita di sentire o leggere che il metal estremo è musica per ragazzi e che poi, cresciuti, si passa ad altro.
Falsità immensa.
Falsità se non si capisce cosa questa espressione musicale voglia davvero dire e quale sia la sua devastante forza catartica che solo le grandi forme artistiche possono permettersi di esprimere.
Ecco allora che a quasi 50 anni, dopo 40 anni passati ad ascoltare musica metal, io possa emozionarmi ed esaltarmi con un album come "Witterung", seconda uscita per i tedeschi Shores of Ladon che si confermano, per quanto mi riguarda, una stella di prima grandezza nel panorama del black metal.

Già, black metal.

Due parole spesso associate a tutto tranne che alla musica, anche e soprattutto per colpa di chi il genere lo suona.
Non è questo, chiaramente, il caso dei teutonici.
La loro è musica pura, primordiale espressione della rabbia che alberga nell'animo di ciascuno di noi, simbolo del lato oscuro che è parte integrante dell'essere umano.
Il suono è un unico, incessante, soffio di vento gelido senza inutili orpelli.
Lo scream "alieno" lacera la pelle e l'animo come una lama incandescente mentre le strepitose chitarre, sorrette da una batteria priva di umanità, intessono trame talmente perfette da lasciare a bocca aperta per la loro meticolosa strutturazione.
Tra le note di "Witterung" c'è tutto quello che è purissimo metallo nero: pathos, melodia, ferocia, ghiaccio, istinto e gloria.
Questo genere di album non è per i deboli di cuore ne per chi non crede nel nero assoluto e non è in grado di esaltarsi per l'epicità che prorompe dalla tempesta di note che, parossistica, si abbatte su di noi.
Questo è, invece, l'album dei lupi che, di notte, corrono nelle foreste, famelici e misteriosi a caccia delle loro prede.
"Witterung" è la poesia del black metal.
Prendere o lasciare.
Disco spettrale ed intenso nel suo essere un macigno di spaventosa forza emotiva.