Il sodalizio artistico tra i belgi
Max Pie e il Sanmarinese
Simone Mularoni non si interrompe, ma ci sono voluti ben 6 anni e qualche cambio di line-up per arrivare a questo “
Passengers”. La band di
Tony Carlino e soci, infatti, ha recentemente reclutato alla chitarra il bravissimo
Thibaut Basely, che fornisce alla band potenza e pulizia, con uno stile petrucciano ma non troppo, moderno e versatile pur rimanendo bello grosso.
Ed il nuovo album concede piacevoli oscillazioni nello spettro sonoro del prog-metal inteso qui nella sua accezione più melodica, andando dalle parti del Poverty’s No Crime, dei Threshold o virando su territori orientaleggianti, come nel brano “
Grains of Sand”, mid tempo accattivante ed uno dei miei preferiti al momento. In questo album, per dirla tutta, l’unica cosa che manca è un pizzico di originalità; fatto salvo il solito splendido solo di Simone in “
Lucy”, ed il suo mastering che rende giustizia al sound, il platter presenta molti brani che tendono all’autosomiglianza, sebbene sia una somiglianza piacevole. Ci tengo, tuttavia, a spendere due righe per la monumentale title track posta in coda all’album, che riassume in breve quello che i Max Pie sono da sempre: una band interessante, che non è mai riuscita a fare il grande salto solo perché nuota in un mare di pesci più grossi. Ma, mai come questa volta, tutti gli amanti del prog melodico e ben fatto dovrebbero dedicare un ascolto a questo “
Passengers”, perché l’album merita decisamente.
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