Copertina 8,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2021
Durata:51 min.
Etichetta:Nuclear Blast Records

Tracklist

  1. WORSHIP
  2. CHEMICAL WHORE
  3. GREEDY BASTARDS
  4. DEAD WORLD
  5. WE'RE THE WALKING DEAD
  6. BROTHERHOOD OF THE SERPENT
  7. CHILDREN OF THE GRAY
  8. ANOTHER DAY
  9. THEY WILL ARRIVE
  10. BUG IN THE NET
  11. GODS OF THE UNDERGROUND

Line up

  • Peter Tägtgren: guitars, vocals
  • Michael Hedlund: bass
  • Horgh: drums

Voto medio utenti

Ci sono voluti ben otto anni, ma alla fine è arrivato il nuovo album degli Hypocrisy.
L’attesa credetemi è stata ripagata, perché ascoltando questo nuovo disco, ti rendi ancora più consapevole della differenza mica tanto sottile di chi ha per primo tracciato il solco, sapendo prendersi dei rischi evolvendo ma rimanendo fedele al proprio credo artistico e chi invece segue la scia ma oltre il compitino, il nulla.
Questo perché il buon Peter Tägtgren ha personalità da vendere a chili, nonostante i suoi mille interessi, progetti, uno studio di registrazione celebre nel mondo della musica dura, riesce a tirare fuori una prova eccelsa.
La titletrack apre il nuovo lavoro e già fai una “o” con la bocca per la sorpresa; perché qui abbiamo un’apertura epica, dannatamente metal fino al midollo con arpeggio e armonizzazioni di chitarra.
Ma ecco che dopo un nanosecondo, ti distrugge con un death metal veloce, serratissimo e di pura marca swedish; nel condimento aggiunge a inframezzare una sfuriata devastante prima del solo brevissimo.
Chemical whore”, ha un giro di basso iniziale maligno, denso che viene amplificato dalle chitarre; mid tempo tagliente ma ricco di melodia con il vocione rasposo del frontman graffiare l’anima.
Dead world”, è un brano in mid tempo marziale con riff serrati e malevoli con cambi di tempo del bravo Horgh che è una sicurezza dietro il drumkit.
Non mancano le accelerazioni improvvise che rompono il climax da incubo death/ industrial.
We’re the walking dead”, è un death/ doom rivestito da melodie drammatiche, con le saw guitars a rendere ancor più pesante il tutto.
Ecco “Children of the gray” dovrebbe servire come lezione su come si costruisce una traccia estrema doc; non bisogna per forza correre, basta un mid tempo granitico con ottimi riff e un chorus che ti resti in testa.
They will arrive”, è un brano cadenzato, dove il riff diviene freddo e serve alla formula con un giro melodico nel chorus.
Qui si sente l’amore che il nostro ha per un certo metal epico ma estremizzato a dovere.
Gods of the underground”, chiude il lavoro con una prova tellurica, riff segaossa e tanta maestrìa estrema.
Il saper bilanciare melodie a marciume non è da tutti, basta ascoltare la parte centrale armonizzata.
Un disco eccellente, degna chiusura di questo annus horribilis, ma denso di belle uscite discografiche in campo heavy, signori, mano al portafogli, leaders not followers!
Recensione a cura di Matteo Mapelli

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 20 dic 2021 alle 11:41

Ottimo...veramente!!!

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