Copertina 7,5

Info

Demo
Genere:Black Metal
Anno di uscita:2002
Durata:26 min.

Tracklist

  1. SEPULCHRE
  2. THEY'RE CALLING
  3. BLEEDING NIGHTSKY
  4. RIVER OF BLOOD
  5. CORRENDO GIÙ PER UN ABISSO MI ACCORSI DI NON AVERE LE ALI

Line up

  • Sir Abandoned Hingest: vocals
  • Lord Caius Goticus: guitars
  • Sir Count Glimmen: keyboards
  • Forlorn: bass
  • Baron Fulvius Gehammer: drums
  • Augustus Madrigal: guitars

Voto medio utenti

Che sorpresa...è ancora possibile suonare dell'ottimo black metal nel 2002, senza infarcirlo di tastierine e voci femminili! A sostegno di questa tesi arrivano da Bologna i De Profundis Clamavi che hanno letteralmente fatto il vuoto dietro di loro con la release "Artes Moriendi", uscita dopo più di quattro anni di gestazione. Il gruppo è molto compatto e motivato, e spero che attualmente questi ragazzi abbiano già trovato un buon contratto discografico visto che il disco in questione è già in giro da più di sette mesi. Sinceramente, appena presa in mano la biografia ero rimasto abbastanza contrariato da nomi d'arte che iniziavano con "Lord" o "Sir", ma poi la qualità della musica ha ucciso tutte le mie perplessità! "Sepulchre" è forse la canzone migliore del lotto, con un inizio al fulmiconotone e un break intorno al primo minuto condito da un riff veramente spettacolare e coinvolgente. Più avanti nel pezzo il cantante Hingest si cimenta con una parte declamata nella nostra lingua degna del maestro Satyr, e dall'appeal attraente e disturbante allo stesso tempo. "They're calling" inizia con le campane e resta più o meno sulle stesse coordinate dell'opener, con una batteria pulsante e il tagliente lavoro sui riff delle due chitarre. La successiva "Bleeding Nightsky" si apre con un pezzo sinfonico di tastiera accompagnata dalla sola batteria che ci conduce nei gironi più putridi dell'Inferno, mentre il primo giro della canzone vera e propria mi ha ricordato più o meno un autentico plagio nei confronti dei Finntroll, ma è bello comunque! "River Of Blood"sembra forse la meno interessante delle quattro canzoni, ma si rialza subito grazie ad un break acustico dal sapore antico, restando sempre fedele comunque alle linee guida della musica dei De Profundis... L'ultima traccia è invece un esperimento un pò strano, che alcuni chiameranno arte e altri ovviamente spazzatura. Per me non è niente di chè, un pazzo di sola tastiera accompagnata da una voce profondamente modificata che racconta una storia bellissima in Italiano, scritta proprio da uno dei componenti del gruppo. Se posso permettermi di fare qualche appunto ai ragazzi della band, mi sentirei di criticare in primo luogo l'uso troppo massiccio della doppia cassa, che in alcuni punti risulta essere anche abbastanza fastidiosa. E' un peccato, perchè l'ottimo lavoro sui piatti e il suono stupendo dei tom (simile a quello di Frost dei Satyricon) c'è, e si sente! L'altro problema è la voce di Hingest, a volte troooppo monocorde... sarebbe secondo me molto meglio evitare di urlare in modo forsennato, e cercare invece un compromesso tra lo stile attuale e quella splendida parte declamata inserita nel primo pezzo. Ma per il resto questo è un demo molto superiore alla media, e poi d'altronde qualunque gruppo abbia tra le proprie principali influenze i Satyricon riesce sempre a strapparmi qualche punto in più! :-) Vivamente consigliati, per capire in che modo si sta risvegliando il black metal nella nostra penisola.

Contatti: deprofvndisclamavi@hotmail.com
Recensione a cura di Alessandro 'Ripe' Riperi

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