Copertina 8

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2022
Durata:68 min.
Etichetta:Scarlet Records

Tracklist

  1. ATTARGHAN
  2. FROM ENEMY TO HERO
  3. WAY TO VICTORY
  4. RETALIATION
  5. FIRST TASTE OF FREEDOM
  6. JOURNEY TO AKHBAR
  7. QUEEN’S TEMPTATION
  8. BATTLE FOR TRUST
  9. THE SOUND OF 10000 FEET MARCHING
  10. WITHIN THE SANDSTORM
  11. WE WEREN’T MEANT TO BE
  12. AT THE EMPIRE’S GATE
  13. EYE TO EYE, SWORD TO SWORD
  14. A NEW ERA HAS COME
  15. THE LEGEND LIVES ON.

Line up

  • Eduarda Soeiro: vocals
  • Hugo Esteves: guitars
  • Bruno Prates: guitars
  • Davon Van Dave: keyboards
  • António Dur ãeses: bass
  • Bruno Ramos: drums

Voto medio utenti

Adesso vi racconto la storia di un album sorprendente.

Attarghan” è il secondo album dei portoghesi Glasya, che propongono una esplosiva miscela di symphonic metal, qualche venatura power, un mood molto orientaleggiante che fa un po' Myrath e un po' Kamelot, e la voce di Eduarda Soeiro che si muove sui territori che furono cari a Tarja con i Nightwish. E fin qui, potrei avervi incuriosito oppure no, e potreste pensare al solito album symphonic female fronted, come ne abbiamo sentiti tanti.

Ma la qualità che distingue questo disco dalla massa si trova nella stesura: “Attarghan” è concepito come una vera e propria soundtrack di un ipotetico film, quindi, oltre ad essere un (bel) concept album, contiene proprio parti narrate (e narrate molto bene) e dei testi che seguono perfettamente il dipanarsi di una storia avvincente, la storia di questo fortissimo guerriero persiano, che si ribella al suo re ingiusto e guida la rivolta contro il potere degli indegni. La storia si concede pure un bel colpo di scena alla fine, un intermezzo romantico, racconta di battaglie e alleanze, tempeste di sabbia e sacrifici, ma quello che vi stupirà è come i Glasya abbiano, a mio parere, saputo NON cadere nel tranello facile facile di creare una serie di canzoni-riempitivo, con la solita sovrabbondanza di tastiere e orchestrazioni, e la solita voce da soprano. Tutt’altro, qui c’è una band che pesta come dei fabbri, ci sono melodie spesso a tema con l’impianto mediorientale, ma c’è pacca, una gran sostanza, e un equilibrio che, ultimamente, ho trovato raramente in un album, ed anche qualche guest di tutto rispetto, come il nostrano Marco Pastorino (Temperance) proprio nel brano che vi posto in calce.

La storia, poi, è narrata in maniera superba, ed ascoltare con il booklet in mano sarà fondamentale per completare un’esperienza davvero piacevole, che vi terrà agganciati alle casse per più di un’ora, grazie anche ad una produzione potente e di ottima resa.
Non li conoscevo, non me l’aspettavo, ma “Attarghan” si merita decisamente un posto d’onore tra le recensioni di questo acerbo 2022.


Recensione a cura di Pippo ′Sbranf′ Marino

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