Nati due anni fa, ecco presentarsi sulle scene i bulgari
Bestia Ater, fautori nelle intenzioni di un death metal schiacciasassi e che non lascia prigioneri. Come detto, nelle intenzioni.
"Anno Bestia Chrysallis", questo il titolo scelto per il debut album, richiama a sè influenze di gruppi come Jungle Rot, Gorefest, ma sopratutto ultimi Six Feet Under. E il preciso riferimento a
ultimi, dovrebbe già dire il tutto della proposta in termini musicali di questa band che son sicuro, nelle sue migliore intenzioni di suonare originali, nasce morta e sepolta già dal principio.
I
Bestia Ater ci propongono un monolite di venticinque minuti e rotti con dei buoni inserti melodici qua e là, con venature epicheggianti che fanno capolino ogni tanto, come in
"Gusion" o
"Jezebeth", ma riferendosi ad un approccio esclusivamente sonoro, ci troviamo di fronte a un muro di riff buttati totalmente a caso, dove nella maggior parte del tempo non si trova un senso esatto alla musica che si sta ascoltando,
"Guison" ne è l'esempio perfetto. Ora, perchè ho nominato i Six Feet Under? Perchè il growl di
Kiril Kirilov è tremendamente uguale a quello di Chris Barnes nelle sue ultime prove in studio. Più che cantare sembra rantolare, con una forte dose di catarro. Questo va ad intaccare pesantemente quei (pochi) momenti buoni che ho descritto poco fa, presenti ad esempio nell'iniziale
"Div E Sefid", che viene totalmente affossata.
Viene da pensare che i
Bestia Ater dovrebbero concentrarsi più sulla qualità effettiva dei pezzi, che sulla violenza a sè stante, che certamente può dar inizio a un po' di sano headbanging, ma che in quanto a una memoria dei bei momenti di
"Anno Bestia Chrysallis" lascia veramente ben poco.
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