Copertina 6

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2018
Durata:50 min.
Etichetta:Nuclear Blast

Tracklist

  1. SOULLESS PARASITE
  2. NOTHING REMAINS
  3. FROM THE FLAMES
  4. THE SILENT VIGIL
  5. BLEED THE SAME
  6. AS BRIDGES BURN 06:14
  7. THE NEW DARK AGES
  8. NO KNOWN GRAVE
  9. WEAPONISED FEAR

Line up

  • Frank Healy: Bass
  • Andrew Whale: Drums
  • Scott Fairfax: Guitars
  • Karl Willetts: Vocals

Voto medio utenti

Weltschmerz: (dal tedesco, dolore cosmico o stanchezza del mondo) è un termine coniato dallo scrittore tedesco Jean Paul e denota un tipo di sensazione provata da qualcuno che comprende che la realtà fisica non può mai soddisfare le domande della mente

A distanza di un anno dal precedente “For the fallen” la superband britannica Memoriam – che ricordiamo, ha nelle sue file ex componenti dei Bolt Thrower e dei Benediction - torna sugli scaffali con “The silent vigil” sempre sotto l’egida di Mamma Nuclear Blast, e sempre a distanza di un anno, durante l’ascolto riaffiorano le stesse problematiche già emerse - almeno per il sottoscritto - con il disco precedente: la mente si aspetta di aver fra le mani il successore di quel capolavoro indiscusso di “Those once loyal” e la realtà ti schiaffeggia con un normale disco di death metal old school.

Da qui la weltschmerz con cui ho aperto la recensione.
“The silent vigil” purtroppo paga in maniera salata la fretta dei suoi componenti di guadagnare spazi e consensi in un mondo musicale sempre più affollato anche da band che si rifanno al sound di un tempo, e in cui gli spunti interessanti si diluiscono in brani un po’ troppo lunghi.
La parte iniziale del disco è tutto tranne che memorabile, con “Nothing remains” e “From the flames” a svegliarti dalla noia dell’opener “Soulless parasite”, ma purtroppo siamo a livello di sufficienza non di eccellenza con un Karl Willets che, purtroppo, fa tanta, tanta fatica dietro il microfono.

Nella parte centrale qualche cosa di buono si trova come ad esempio “As bridges burn” e “No known graves” in cui il vecchio spirito guerrafondaio – e il riffing - dei Bolt Thrower fa sussultare il mio vecchio cuore metallico, e ti aspetti che il finale del disco contenga qualche colpo di coda. Cosa che puntualmente non avviene.

“The silent vigil” si avvia ad esser consumato e dimenticato piuttosto in fretta - alla fine questa è un’opera già sbiadita al momento dell’uscita – e credo che sia meglio per Scott Fairfax & Co. prendersi del tempo in più per la prossima uscita. Non abbiamo bisogno di ulteriori delusioni no?

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