Davvero ben realizzato questo EP di una ventina di minuti scarsi dai romani
Thaeia, susseguente il primo lavoro "
Yūgen", dei quali boccio solamente la presentazione sulla loro bio: so che siamo nel 2021 ma non si possono compiere delle storture del genere e chiamare la loro musica progressive metal, sia per chi davvero suona progressive sia per loro che in questo modo si possono precludere tanta attenzione e visibilità da parte di chi si attende tutt'altro.
Infatti non siamo di fronte a Rush, Dream Theater o Fates Warning nemmeno di striscio, invece
Periphery e
Architects sono le band da tirare in ballo per farvi inquadrare al meglio il quintetto capitolino, sebbene proprio loro non desiderino accostarsi ad altre realtà; in realtà in alcuni frangenti i Thaeia sono ben più pesanti dei succitati colleghi, sfociando abbondantemente in quello che venti anni fa chiamavamo tutti semplicemente "
nu metal" e che oggi viene appunto ingraziosito da termini come progressive, metalcore o djent.
Invece è facile riscontrare echi dei vecchi
Korn di
Jonathan Davies in "
Datura Metel Vol. I", in cui i nostri dimostrano di saper amalgamare a perfezione partiture violente con suadenti melodie, peraltro ottimizzate da una produzione stellare che valorizza sia le chitarre e la voce, a suo agio su tutte le tonalità, dalle più estreme alle clean vocals, e sia i cori a più voci che sembrano provenire da una registrazione degna di una major.
Cinque brani uno migliore dell'altro e di sicuro interesse per tutti gli appassionati del genere, non resta che goderseli dal vivo (pandemia permettendo) visto che on stage i Thaeia hanno dimostrato di starci in maniera naturale, dividendo il palco con grandi realtà come
Protest the Hero o
Monuments, ed ovviamente aspettare fiduciosi il volume secondo.
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