Ammetto candidamente di aver conosciuto i
Dead Serious soltanto quando mi è stata assegnata la recensione di “
It’s a nice day”, loro unico album in studio. Approfondendo un po’ la questione, ho scoperto che si tratta di una band di culto in Belgio, loro nazione di provenienza, abbastanza sfortunata, perché dopo la pubblicazione del disco nel 1991, si è sciolta in seguito alla morte del batterista
Marc “Mike Thunderstick” Vereecken, deceduto a causa di un incidente motociclistico.
La loro carriera sarebbe proseguita? Avrebbero evoluto il loro sound? Avrebbero sfondato? Queste purtroppo sono tutte domande alle quali nessuno potrà mai rispondere. Di certo c’è solo che la
Sounds Of Hell ha deciso di ristampare l’album in occasione del suo trentennale (peraltro proprio quest’anno è morto anche il cantante
Armand “Armando Don Beast” Tiebout).
Dalle nozioni in mio possesso si tratta di una semplice ristampa, e, non vorrei sbagliarmi, l’unica differenza rispetto all’edizione originale, è un restyling della copertina. Ciononostante è comunque una buona occasione per far tornare a parlare della band o, come nel mio caso, farla conoscere a chi all’epoca non ha avuto modo di incrociarne la strada per vari motivi.
Detto ciò, com’è “
It’s a nice day”? Mah, si tratta di un album onesto, che mostra una band sicuramente ancora un po’ acerba, ma che già sapeva il fatto suo. Certamente le influenze si sentono eccome, però tutto sommato l’incrocio primi-Metallica/M.O.D. funziona. C’è da dire, per onestà intellettuale, che non stiamo certo parlando di un capolavoro, né tanto meno di un album che alla lunga non stanchi. Però ci sono buoni spunti e buone idee, e alla fine è buono per passare una mezz’oretta in spensieratezza e fare un tuffo nel passato, quando, appunto, il crossover impazzava e la miscela thrash metal/hardcore era al suo apice.
Ho parlato di Metallica e M.O.D. non a caso. Se dal punto di vista strumentale, infatti, i nostri hanno pescato a piene mani da soluzioni già sperimentate dai fab four dei primordi, mischiandole sapientemente a riff più crossover, come già accennato, dal punto di vista vocale il singer
Armand ricorda tantissimo il delicatissimo
Billy Milano, sia per irruenza, sia per l'ironia con la quale approccia ai testi, sia proprio per quanto riguarda il timbro vocale.
Insomma, i
Dead Serious non hanno inventato nulla all’epoca dell’uscita dell’album, però sono stati bravi nel presentare una loro interpretazione dei concetti di thrash metal e crossover, e tutto sommato può bastarci questo. Un album non epocale ma che è stato gradevole riscoprire a trent’anni dalla sua pubblicazione.
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?