Questo lavoro inizia a suonare ancor prima di dargli il play.
Un'egregora melodiosa giunge appena si legge dei Nedland. Almeno a me. Esplode subito la dimensione orchestrale, apparentemente aliena al doom cimiteriale: un fare cosmopolita e teatrale, che puó turbare in bene!
Sindre Nedland, fratello minore di Lars Are, voce dal precedente Oratorium del 2012, si toglie il mantello e svela la sua vena di reggere il confronto e il peso del maggiore. Qui sprofonda in gole terrene che sembrano viscere. Niente a che fare con il carsismo: sentiamole come immense frane in cui ci si puó addentrare.
Migliore in campo.
ÅND
sa di Luttazzi e Sorrentino che calcano un palco del terzo secolo, magari a Bari. Immaginate quanto potrebbero essere sincretici e immaginifici, e anche, approssimativi?
Ottima nei primi ascolti. Poi cala. Poi smette, Poi-poi il video. Poi Lazare ti mette, come spesso, ancora altro in mente.
Mutevole nell'animo, piú che nel percorso. Abbiamo detto che smuove e innalza le emozioni. E abbiamo preso Lazare a visore psicologico. In parte impropriamente, perché c'é una sfumatura sovra personale: piú artistica e universale.
Duetto, quello dei Nedland, toccante. Gli alri due, discriminiamoli, tenendoli sul
palco di Federico II MATERIE
sembra noiosa e crucca >>
una metafora senza luce à la Anna-Varney?
naaaaah
intanto fatevi un trailer https://www.youtube.com/watch?v=papY6RBiVWQ
e, tenete saldo che, dalla metá in poi dei conflitti nascono cose inedite.
Le voci spaccano. I riffs meno. Gli assoli, ottimi se si puó andare per boschi, fanno da coltre alle "fanfare" sommesse di una guerra oltre le montagne.
Salvare la propria cultura é accidentale o muove da qualche divinazione?
ERINDRING I - HOVMOD / ERINDRING II - FALL
Lagnosa: anche con la e, di: scafi, baite etc
sa di villaggio non ancora trovato. Ma, anche, di palchetto da studio.
in I
le orchestrazioni arrivano tardi e - manco a dirlo - si fanno sfondo di assoli gettati come semi nel deserto. Quando la parola passa al canto si riprende un'epica che chiara non é. Bella nemmeno. Salviamo i cori: come fossero genti-unite, che si danno alla Vita.
in II
tutt'altra solfa: i semi sono giá radici. La torba si apre a riff sospesi al momento adatto. La componente orchestrale avanza. Prende spazio tra il cantato. Le percussioni battono come il tempo nelle fabbriche. Ed anche i sussurri si fanno musica. Potremmo dare 5 alla prima e otto a questa.
Si?
...allora festa_finita. Andiamo avanti
PS
Sindre, come sapete, lo trovarete nei suoi In Vain,
OPPVÅKNING
- investire sul fratellino di Lazare va bene. Anzi di piú. Il lavoro alle orchestrazioni di André Aaslie anche. Forse c'é anche Sareta col violino... (Ma)... mancano soldi per prendere altre mani, magari alla produzione?
Non so. O meglio non...in questa sede. Restare fedeli alla linea o a Giovanni Lindo Ferretti, alla lunga, anche prima: no. O almeno ni. Facciamo sni o sno: se si é tosti di gusti.
> La canzone merita: meglio a notte fonda o lontani dal molto. Mai a fine giornata. Mi raccomando.
DVELEN
Incudine da usare come un prisma: dalla propria segreteria di ufficio, al tavolo da laboratorio, passando per il ripiano per gli gnocchi di nonna. Cinematografica e pregna. Eccezionalmente plasmabile sotto le proprie inclinazioni.
Canzone molto vasta e molto buona.
Per me sette é troppo: provo peró, per un attimo ma realmente, a metter i panni dei metallari specifici.