Tornano i padovani
Moonrise, con il loro secondo album in studio, intitolato
The Dark River Of Soul, dopo ben 10 anni di assenza dal debut “Under The Flight Of Crows” (2011).
Rispetto al disco d’esordio, la band si presenta con una piccola novità in formazione, ovvero il chitarrista
Tommaso Serafin, che va a sostituire Davide Silvestri e ad affiancare il resto della storica line-up, formata da
Gabriele Zanin all’altra chitarra,
Marco Morandin al basso,
Fabio Bacchin alla batteria e
Marco Beltrame alla voce.
Lo stile che ci viene proposto dai
Moonrise, in questa loro nuova fatica discografica, è riconducibile ad un nudo e crudo death metal fortemente debitore nei confronti dei maestri (sia americani, che svedesi) degli anni ’90, con divagazioni spesso progressive, palesi in tracce quali l’iniziale
Hans Wind, in
Where The Demon Lives , o nella “deathiana”
The Empty Throne Of God, ma anche melodic-death, che invece si manifestano chiaramente nella title-track, in
Winged Lion e nella riuscitissima
White Nightmare.
I brani, tutti di discreta fattura, si contraddistinguono anche per le loro ritmiche serrate fino all’inverosimile che, di conseguenza, trasmettono una sorta di sensazione claustrofobica, a cui contribuisce la voce strozzata e disperata di
Marco Beltrame (non si tratta di un vero e proprio growl nell’accezione tradizionale del termine). Tocca quindi al lavoro delle due chitarre stabilire, quando il brano deve aggredire, accentuando quindi la suddetta sensazione di soffocamento, oppure quando è il caso di virare su territori più melodici, orientati verso la più grigia malinconia, senza quindi mai sminuire la drammaticità del momento che forse, per assurdo, trova il suo apice in occasione del brano finale
When Demons Sleep che, altro non è, che un carillon che riprende il celebre motivo de “Il Lago dei Cigni” scritto dall’immortale compositore Pëtr Il’ic Cajkovski.
The Dark River Of Soul è un disco onesto ed apprezzabile, soprattutto per la perfetta commistione tra death tradizionale, melodic death/black e influenze progressive, inoltre è indubbiamente positivo che i
Moonrise siano tornati dopo tutti questi anni di silenzio tuttavia, a voler essere onesti, una maggiore personalità non guasterebbe, ma le potenzialità per migliorare sotto questo aspetto ci sono tutte e, se i nostri riusciranno a trovare un pò più di continuità, sapranno indubbiamente regalarci dischi anche migliori di questo.
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