Copertina 7

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2022
Durata:37 min.
Etichetta:Season Of Mist Underground Activists

Tracklist

  1. DEATH TO PIGS
  2. COMMAND FOR CONFLICT
  3. RUTHLESS FIGHT
  4. ACROSS THE ACHERON
  5. NO MERCY FOR WEAKNESS
  6. LAW OF THE BLADE
  7. BEYOND THE FLESH
  8. AN OUTLAW’S STAND

Line up

  • J. R: drums, guitars, bass, vocals
  • Decaylust: guitars, vocals
  • Shrapnel: guitars
  • Prain: vocals

Voto medio utenti

Non ne potete più di melense canzoncine natalizie? Avete paura di contrarre il diabete causa non abuso di panettone ma di buoni sentimenti un tanto al chilo?
Ecco il rimedio che fa per voi, il ritorno degli australiani con un disco che più cattivo non si può per spegnere ogni buona intenzione.
Qui non troverete campanelle, coretti e zuccherose melodie, ma solo brutto, sporco e corrotto thrash/ death metal con bordate estreme che vi renderanno felici vedendo smorzare i falsi sorrisetti e mostrando un ghigno che neppure il Grinch sarebbe capace di imitare.
Si parte con gusto con la tellurica “Death to pigs”, brano violento con cambi di tempo che vanno dal blast beats più furioso al rallentamento soffocante con chitarroni neri come la pece e una voce rasposa e maligna.
Potete spezzarvi il collo con la veloce “Ruthless fight”, brano di puro thrash/ death metal che offre chiaramente tanta sana devastazione.
I tempi sono spediti e serrati con riff affilati come rasoi e qualche decelerazione solo per tirare il fiato guarnita con un bel solo.
Across the acheron”, è un mid tempo pesante, sulfureo dove non ci sono pause ne tempi morti.
Qui si va dritti al punto con malignità inserendo all’interno una sezione in blast beat prima del rallentamento con solo incorporato.
E si chiude in bellezza con la titletrack, un pezzo dove il blast beats vi abbatterà al suolo con un attacco malvagio sorretto da riff neri come la pece che tolto l’assolo breve e melodico non vi daranno scampo.
Brano che è la quintessenza del thrash/ death serrato con tempi che vanno da sfuriate veloci e violente a frenate brusche dove un certo spirito “evil” aleggia prima dell’ennesima frustata sonora.
Album che non stravolgerà mai le regole del metal estremo, ma che ha coerenza e sana voglia di distruzione, perciò ben vengano formazioni come queste.
Recensione a cura di Matteo Mapelli

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