Gli olandesi
Kaeck, tornano con il secondo album rinnovando l’intesa con la tedesca
Folter Records.
Il trio fa parte di quella schiera di occult black metal band, dove l’esoterismo è un perno fondamentale.
Però c’è da dire che questo nuovo lavoro pur essendo discreto, non esce dal classico compitino; perché il disco è composto da sette tracce ma è come se fossero un’unica traccia dato che i riffing sono monotoni e zanzarosi.
Certo i canoni del black metal sono rispettati, riff neri, dissonanti e come ho detto monotoni, voce rasposa che a volte cambia registro e produzione sporca quanto basta.
All’interno vedasi brani come “
De kwekeling” o la titletrack la band vuole dare un po' di movimento al tutto con cambi di tempo per variare il ritmo oppure in “
De kabal” ha cadenze tipiche del doom più soffocante.
In alcune composizioni ci sono persino delle tastiere a voler dare un tocco atmosferico inquietante; ribadisco che il terzetto si muove discretamente bene nel solco della tradizione, ma cosa fa risaltare la band diversamente da miriadi di formazioni tutte uguali?
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