Qualche mese addietro i danesi Sulphuruos avevano festeggiato l’esordio con la Me Saco Un Ojo Records dando alle stampe il 7” “Encircling darkness”, un due pezzi che, per ovvie ragioni, non poteva soddisfare in pieno la nostra curiosità nei loro confronti.

A conti fatti “Encircling darkness” è stato l’antipasto buono per stuzzicare l’appetito, a distanza di pochi mesi sulle nostre scrivanie è arrivato il pasto completo composto da sei portate…ehm canzoni che prende il nome di “The black mouth of sepulchre”.

Il death/doom dei Danesi non punta sulla distruzione efferata, sul bombardamento senza sosta dei padiglioni auricolari, bensì si ricollega a quella nutrita schiera di band che da qualche anno a questa parte puntano parecchie fiches sulla trasmissione di sensazioni malevole e luciferine.

Come già correttamente puntualizzato nella recensione del 7”, le principali influenze dei Sulphurous vanno ricercate nelle opere di Dead Congregation, Grave Miasma e Cruciamentum, dove le parti più spiccatamente doomeggianti non servono si limitano alla classica “variazione sul tema”, ma sono strutture portanti all’interno della musica del duo danese.

A differenza di opere similari, i Sulphuruos si differenziano per l’utilizzo nel loro songwriting di passaggi dalle tinte più epiche e sinistre come, ad esempio, nella parte finale della terza traccia “Shadows writhing like black wings” (davvero buona e coinvolgente nel suo essere “diversa” dal solito) o nella parte iniziale della successiva “Eyes glaring black fury” riuscendo in pieno a instillare nell’ascoltatore quell’angoscia tetra e desolata.

Non ci sono particolari flessioni durante il passare dei minuti, “The black mouth of sepulchre” riesce a mantenere un suo preciso ordine e la band si mostra abile nel gestire la materia riuscendo a tenere viva l’attenzione dell’ascoltatore attraverso la gestione del sensibile equilibrio fra atmosfera e ferocia.

Lavoro che difficilmente deluderà i fan del genere.