Nella miglior tradizione delle Thrash Metal band con voce femminile, e dalla Germania gli Holy Moses e Sabina Classen ne sono i migliori interpreti, ecco da Berlino gli
Space Parasites.
E visto che
melius est abundare quam deficere, di rappresentanti del gentil sesso in formazione ne hanno ben due: la cantante Nadine Woelk e la bassista
Diana Arnold. Che poi, a sentire come aggrediscono brani come "
Crimson Eyes" o "
Enter the Void", di gentile non pare abbiamo molto, almeno quando entrano in modalità
Space Parasites.
Thrash&Speed Metal, aggredito e perseguito da tutti e cinque componenti del gruppo, ecco cosa troviamo su "
The Spellbound Witch", album dove l'influenza degli anni '80 è innegabile, già dalla oggi desueta scelta di piazzare ai due capi del disco un "
Intro" e un "
Outro", che nello specifico risultano pure alquanto inutili. Nel mezzo otto canzoni riottose, come l'ottima "
Rot in Hell", con
Nadine Woelk (una versione ancor più stridula di Sabina Classen) in modalità "
possessed" su una canzone dal DNA venomiano pur imbastardito da contaminazioni teutoniche. Per quanto i nostri si sbattano, non tutti gli episodi hanno lo stesso appeal e personalità, come, ad esempio, il trittico "
Cross the Line", "
…and Again" o "
Enter the Void", che si adagiano su soluzioni troppo simili tra loro, per quanto certo non carenti di energia e voglia di spaccare.
Ecco però che "
The Spear" allenta per un attimo il tiro, con le chitarre che si concedono qualche arpeggio e
Nadine Woelk che riesce e far trasparire un pizzico di melodia dal suo stregonesco digrignare, peccato invece che la seguente "
He-M-An" si riveli alquanto banale nel suo voler essere anthemica e catchy, ma anche che la conclusiva titletrack, risulti assemblata in maniera un po' caotica e frettolosa, anche perchè il lavoro dei due chitarristi,
Sebastian Daschke e
Matti Schneider, dopo una buona partenza si perde poi per strada.
"
The Spellbound Witch" è il secondo album del quintetto berlinese, dopo "Raw And Violent" uscito nel 2019, album preceduto dall'EP "A Date with the Thrash Doctor" (2018), e ne porta avanti spirito e approccio musicale. Con discreti risultati.
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