Copertina 8,5

Info

Genere:Guitar Hero
Anno di uscita:2022
Durata:47 min.
Etichetta:Favored Nations Entertainment/Mascot Label Group

Tracklist

  1. TEETH OF THE HYDRA
  2. ZEUS IN CHAINS
  3. LITTLE PRETTY
  4. CANDLE POWER
  5. APOLLO IN COLOR
  6. AVALANCHA
  7. GREENISH BLUES
  8. KNAPPSACK
  9. SANDMAN CLOUD MIST

Line up

  • Steve Vai: guitars, bass, programming
  • Dave Weiner: guitar
  • Bryan Beller: bass
  • Henrik Linder: bass
  • Billy Sheehan: bass
  • Philip Bynoe: bass
  • David Rosenthal: keyboards
  • Bob Carpenter: organ
  • Jeremy Colson: drums
  • Terry Bozzio: drums
  • Vinnie Colaiuta: drums

Voto medio utenti

Terminata la trilogia “Real illusion”, che comprendeva gli album “Real illusion: reflections”, “The story of life” e “Modern primitive”, usciti rispettivamente nel 2005, 2012 e 2016, il buon Stevie si prende tutto il tempo del mondo prima di dare alla luce il suo nuovo lavoro. Capirete che per partorire album del livello al quale ci ha abituati il chitarrista italo americano ci voglia una mole di lavoro immenso, per cui non c’è da stupirsi se sono passati ben sei anni per poter ascoltare il nuovo “Inviolate”, calcolando, inoltre, che di mezzo c’è stata la pandemia.

È bene chiarire fin da subito che, d’altra parte come per ogni suo altro disco, l’ascolto potrebbe risultare ostico ai non addetti ai lavori o a tutti quelli che non digeriscono gli album interamente strumentali. Ma è altrettanto doveroso chiarire che potete lasciare a casa i preconcetti: “Inviolate” non è il SOLITO album strumentale. Non potrebbe mai essere così, considerando il genio smisurato di Vai, che, in barba all’età, invece di adagiarsi in lidi già noti, continua ad esplorare continuamente nuove soluzioni, spingendo sempre oltre la ricerca del suono e lo studio della chitarra.

Inviolate” è un album incredibilmente bello, è una vera e propria goduria sentir suonare Steve, ascoltare fin dove riesce a spingere la sperimentazione sul suo strumento. Vai è un alieno, questa non è certo una novità, e in ogni suo disco fa un nuovo passo avanti verso frontiere inarrivabili, per buona pace loro, per il 90% dei chitarristi, famosi e non. Il suo stile è muta forma, passa con una semplicità disarmante dalla fusion al blues all’hard rock allo shred, riuscendo a mescolare tutte le sue numerose sfaccettature, costruendo un universo parallelo dove è un piacere perdersi.

Steve Vai ha raggiunto, ormai, uno stile inconfondibile, e quando affermo che al momento è il miglior chitarrista del pianeta, non parlo certo solo ed esclusivamente dal punto di vista tecnico (per quanto, anche in questo caso, ha ben pochi rivali), ma proprio per la sua capacità di non porsi mai limiti, di riuscire sempre ad esplorare nuovi orizzonti, a spingersi sempre oltre. D’altra parte, per capire di cosa sto parlando, basta dare un’occhiata alla copertina del disco, dove troneggia la sua nuova creatura, una chitarra triple neck, con un manico 12 corde (per metà fretless), uno 7 corde, uno di basso (con le corde basse fretless) e una sorta di salterio posto nella base dello strumento, il tutto con un design unico, anche questo a sua volta alieno, che solo la sua mente poteva partorire.

Ed è proprio questo strumento che apre l’album, con “Teeth of the Hydra”, un brano assurdo dal sapore vagamente esotico, dove esce fuori immediatamente tutta la genialità di cui parlavo prima. “Zeus in chains” solo in apparenza sembra più canonica, in realtà presenta delle soluzioni armoniche, specie nella parte centrale, davvero interessanti. Ma è con “Little pretty” che si arriva ad un altro masterpiece dell’album, un brano che trasuda dissonanze in ogni accordo e in ogni fraseggio, e mette di nuovo in luce l’immenso talento compositivo del chitarrista, che ancora una volta lascia intendere che non ci sono argini che possano contenere la sua creatività.

Candle power” ha un sapore tra il jazz e l’ambiet, è delicatissima, e ci mostra come Vai possa passare con disinvoltura da scale iper tecniche e dai suoni saturi e moderni, ad arpeggi e scale puliti, senza perdere un’oncia del suo splendido tocco. “Apollo in color”, invece, vi farà venire il mal di testa: tempi dispari, dissonanze, estremismo sonoro, pazzia (che poi è anche un po’ genialità, no?), qui c’è tutto quello che dimostra la grandezza non solo di Steve, ma anche dei musicisti di cui si circonda (nel caso specifico alla batteria troviamo un certo Vinnie Colaiuta, mica pizza e fichi!). E ancora, “Avalancha”, più rockeggiante, che mi riporta quasi ai tempi del capolavoro “Passion & warfare”, prima di arrivare alle note struggenti di “Greenish blues”, dove Vai dimostra, se mai ce ne fosse bisogno, di saper suonare anche caldo e passionale (ovviamente non aspettatevi un banale e canonico blues in 12 battute!).

Knappsack” è invece il brano più duro e diretto, una sorta di hard rock intriso di fusion, dove il chitarrista dà libero sfogo al suo lato più estremista e tecnico, con riff e scale micidiali. E se non lo ricordate, andate a riguardarvi il video (uscito in anteprima l’anno scorso) nel quale Vai, sfoggiando peraltro una Ibanez stupenda ed elegantissima, con il braccio destro al collo suona il brano esclusivamente con la mano sinistra! Con “Sandman cloud mist”, invece, si riammorbidiscono i toni, si rallenta di nuovo, e si torna in quei lidi fatati fatti di note sognanti e melodie avvolgenti, pura poesia, degno sigillo di un album veramente perfetto, e non sto esagerando…

Ogni volta che ascolto un suo nuovo lavoro mi chiedo come sia possibile che riesca ad alzare sempre l’asticella, come faccia ad andare sempre oltre, e mi chiedo, lecitamente, cosa ci proporrà negli anni a seguire. A questa domanda so dare una risposta: sicuramente qualcosa di assolutamente geniale! Per concludere… in questo album ogni singola nuota suonata è pregna di passione e ti tocca l’anima, riesce ad emozionarti. Ogni singola nuota suonata è l’antitesi del banale e del già sentito. Ogni singola nota suonata… basta, non è possibile trovare le parole adatte per descrivere un disco del genere, dovete soltanto darmi ascolto e andare a comprarlo!
Recensione a cura di Roberto Alfieri

Ultime opinioni dei lettori

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 09 feb 2022 alle 09:09

Io ho visto solamente una volta dal vivo il buon Steve ed è ancora viva nella mia memoria la performance, questo è un'artista a tutto tondo che ha superato i confini stretti del guitar hero, onore a Mr. Vai!

Inserito il 08 feb 2022 alle 07:54

Recensione perfetta per un disco, tanto per cambiare, mostruoso. Vai è semplicemente di un altro pianeta. Non è paragonabile ormai ai chitarristi di riferimento della scena shred, perché la sua ricerca sonora si è spinta davvero al di là. Questa è Arte, di quelle che verranno studiate negli anni a venire.

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