Gli
Spiral Grave sono sostanzialmente gli Iron Man privi dello scomparso chitarrista e fondatore Alfred Morris III. Ai tre quarti della band del Maryland si è aggiunto il chitarrista
Willy Rivera, ma per rispetto dell'axeman di colore il nome del gruppo è stato cambiato. Non così lo stile, che rimane un turgido doom-metal che intreccia fondamenti Sabbathiani con il timbro grezzo e roccioso di Down, Wretch o Earthride.
Il tiro metallico e pulsante dell'iniziale "
Nightmare on may eve" chiarisce subito sia le sottili inflessioni sudiste e sia i rimandi ai classici del genere, vedi Candlemass. La voce aspra da navigato biker di
Calhoun è una aggiunta rilevante, d'altronde è uno dei cantanti più elogiati in questo ambito, ma anche la costruzione dei brani risulta di buon livello. Magari non sorprendente ma certamente solida e basata sull'esperienza decennale.
In qualche caso si nota una certa tendenza a dilungarsi ed a viaggiare sugli standard più confortevoli e sicuri ("
Modern day golden calf"), giocando su riff torvi e ritmiche spigolose, in altri emerge una piacevole venatura old-school rock dal vago sapore settantiano ("
Out of my head"). Il mood rimane costantemente quello di una formazione veterana che sa perfettamente cosa fare: mid-tempo battenti, giri di chitarra graffianti, atmosfera alcolica e tesa, buone impostazioni vocali. Miscela assolutamente tradizionale, ma con spolverata di evidente personalità.
Bene anche il tocco epic-metal in "
Your enemy's enemy", che pare quasi un pezzo dei Grand Magus, così come l'accellerazione speed della torrida "
Tanglefoot" che entra nei confini del southern-stoner più grezzo e adrenalinico. Una bella botta di energia.
Gli otto minuti di "
Abgrund" chiudono il disco nel segno di un canonico doom sofferto e maestoso, un brano pienamente alla Iron Man di "
South of the earth". Oscurità fangosa e drammatica, come se i Black Sabbath suonassero di notte in una palude miasmatica. La canzone si sviluppa poi in senso maggiormente feroce ed incalzante fotografando la validità di questo progetto, un ponte tra il meritevole passato ed un futuro ancora tutto da scrivere.
Buon lavoro per chi ama il doom più vigoroso e potente.
Calhoun e soci (non dimentichiamo gli inseparabili bassista "coloured"
Louis Strachan ed il drummer
Mot Waldmann, una sorta di marchio di garanzia) dimostrano di poter rinverdire i fasti degli Iron Man, concedendosi però una ventata di novità e personalità autonoma.
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