Due anni dopo il clamoroso debut
'Deus Qui Non Mentitur' , torna il terzetto transalpino con un album clamoroso, altro termine non mi viene in mente per descrivere la sublime qualità dei sei pezzi (come il debut) contenuti in questo magistrale
'Egrégore' , album che proietta la band nell'olimpo del black metal francese ... Cos'ha di cosi speciale quest'album ? Beh innanzitutto é un lavoro che sprigiona classe ; gusto melodico, attitudine, credibilità e coerenza in ogni suo pezzo e questo dovrebbe già bastare per farvi capire che ci troviamo di fronte a dei professionisti del settore, musicisti che vivono veramente e intensamente la nera fiamma, altrimenti non si potrebbe spiegare un pezzo tanto intenso, quanto malvagio e melodico come l'opener
'In Umbra Et Luce' dove affiorano fieri i riferimenti ai migliori
Seth (sempre siano lodati) . Il proseguo dell'album é un'esperienza mistica di orthodox black metal che però non si limita ai classici cori monastici, piuttosto che ad atmosfere millenaristiche, ma richiamando qua e la anche gli
Aosoth, riesce nell'impresa di proporre pezzi tiratissimi e in 'costante tensione' come
'Bellum', dove il break atmosferico amplifica ancor di più il mood del pezzo facendoci vivere una vera e propria 'esperienza musicale' che ci lancia poi verso la cavalcata finale piena di rabbia e brutalità. Quelli che hanno dimestichezza con il sound della band dal precedente album, non potranno non notare come in
'Egrégor' si ritrovino tutti i migliori elementi del passato, rivisti, migliorati ed 'elevati a potenza' grazie ad una produzione che esalta le qualità della proposta al massimo sia quando si abbassa la velocità come in
'Fames' dove il pezzo diventa sofferente e angosciante e il singer
Hreidmarr piazza un'interpretazione magistrale, tra il teatrale e il disperato, che si fonde perfettamente all'agghiacciante cantilena sonora per un pezzo da brividi puri. Se
'Procession' era stato l'apice dell'album precedente, qui é senz'altro
'Obtisque' a segnalarsi come il pezzo di riferimento , tiratissimo nella parte iniziale dove raggiunge livelli di pura cattiveria sonora che si tramuta poi nel malsano rallentamento centrale dove si costruisce la gloria di quest'album, dove si può realmente respirare la 'grandeur' francese ...
'Obtisque' é un pezzo stupendo, lacrimevole, commovente nel suo incedere maestoso e solenne, alternato a pure spirali d'asfissia che ci lasciano solo nel 'liberatorio' arpeggio finale . In chiusura d'album troviamo
'Urbi Et Orbi Clamant' , un altro pezzo forte dell'album che, seppur ricordando un po' i
Moonspell d'annata, riesce a condensare tutte le immense qualità dell'album … e così tra maestose aperture, cori evocativi, voci declamatorie e furia ancestrale, si articola uno dei migliori album dell'anno …