Copertina 7

Info

Anno di uscita:2021
Durata:39 min.
Etichetta:Napalm Records

Tracklist

  1. MEMENO MORI
  2. UNTOT IM DRACHENBOOT
  3. ULTIMA NOCTE
  4. RAUSCH DER BARBAREI
  5. KRAMPUS
  6. FEUER AND SCHWERT
  7. DAS HERZ EINES DRACHEN
  8. ROHIRRIM
  9. AM GALGEN
  10. HANNIBAL
  11. SKALDENMET

Line up

  • Hauptmann Feuerschwanz: vocals, guitars (acoustic)
  • Johanna von der Vögelweide: violin, hurdy gurdy
  • Prinz R. Hodenherz III: flute, bagpipes, vocals
  • Hans der Aufrechte: guitars
  • Jarne Hodinsson: bass
  • Rollo H. Schönhaar: drums

Voto medio utenti

Dalla Germania, i Feuerschwanz - Coda di Fuoco - da diversi anni si muovono in quel limbo che si piazza tra il Folk, il Rock e l'Heavy Metal, cercando consensi un po' da tutte le parti.
Significativa, in questo, la scelta delle cover che completano la Limited Edition di "Memento Mori", che vede i Feuerschwanz volteggiare dal Punk Rock dei Die Ärzte o addirittura dalla Pop Dance di Haiducii, sino al Death Metal degli Amon Amarth, passando per l'Epic Metal dei Manowar.
Si tratta ad ogni modo sempre di bonus, e comunque non sarebbero nemmeno i primi ad essere beccati a coverizzare gruppi ben distanti dalla scena Hard & Heavy, quindi andrei a focalizzare le nostre attenzioni sulla parte "regolare" dell'album, sugli undici brani che vanno dalla titletrack a "Skaldenmet".

"Memento Mori" è subito accattivante, quasi sbarazzina nel suo intrecciare Folk e Pop Rock, in questo assolutamente disallineata al contesto lirico ("Ich hab den Pesthauch gespürt, Die kalte Erde berührt" ehm... "Ho sentito il respiro della peste, toccato la fredda terra"). Già, tutto l'album è cantato in tedesco, al più con qualche concessione al latino, mentre musicalmente fanno bella figura gli strumenti tradizionali (cornamuse, flauti, bouzouki, ghironde e violini) che i Feuerschwanz utilizzano con dovizia e perizia, così come per l'impiego delle doppie voci e di cori e controcori assortiti.

E la componente Metal, direte voi?

Beh, poche tracce: sicuramente l'artwork, degli assoli o riffs piazzati qua e là, e in qualche passaggio un po' più riottoso, come quelli di una "Untot im Drachenboot" in odor di In Extremo e Saltatio Mortis o nell'approccio alla Powerwolf di "Ultima Nocte" o "Krampus".
Se "Rausch der Barbarei" non si fa mancare nemmeno qualche tentazione modernista a sorpresa affiancate a delle sonorità orientaleggianti, la spedita "Feuer & Schwert" mantiene fede al titolo ("Fuoco & Spada") con i Feuerschwanz che danno sfogo al proprio animus pugnandi, con un refrain in odor di Sabaton, un accostamento, quello con gli svedesi, che ritroviamo poi sul finire dell'album, in occasione di "Hannibal". Tuttavia, lo spirito battagliero lascia ben presto spazio all'acustica ballad mediovaleggiante che porta il titolo di "Das Herz eines Drachen", tra gli Eluvetie e i Blind Guardian più melodici e in modalità di bardi celitici. E' invece l'epicità cinematografica a caratterizzare le trame sia della seguente "Rohirrim" sia dell'anthemica "Skaldenmet", mentre nel mezzo "Am Galgen" preferisce accodarsi al Folk Metal saltellante della già citata "Untot im Drachenboot", gettando al contempo un'occhiata al songbook dei Die Apokalyptischen Reiter.

Un album piuttosto eterogeneo e sicuramente anche un bel po' ruffiano, eppure esco dall'ascolto di "Memento Mori" appagato e divertito.

«Ricordati che devi morire... sì, sì, mo' me lo segno»





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Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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