Copertina 7

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2022
Durata:42 min.
Etichetta:The Spew Records

Tracklist

  1. RITUAL OF PETRIFICATION
  2. MASTER OF THE DEAD PT.1
  3. MASTER OF THE DEAD PT.2
  4. MASTER OF THE DEAD PT.3
  5. MASTER OF THE DEAD PT.4
  6. MASTER OF THE DEAD PT.5
  7. PUTREFACTION IDIOSYNCRASY
  8. CARNAL DESECRATION
  9. CREMATORIUM

Line up

  • Elena Carnevali: drums
  • Giancarlo Capra: guitars, vocals
  • Davide Mazzoletti: guitars

Voto medio utenti

Quinto lavoro per i lombardi Warmblood, e stavolta la band decide di far le cose in grande. Non parliamo di un'orchestra sinfonica per carità, ma di un concept che ruota attorno al nuovo 'Master Of The Dead', con la tematica di Paolo Gorini, matematico e scienzato italiano del 1800 che ha vissuto cercando un modo per preservare i corpi dalla putrefazione e decomposizione con un innovativo, per l'epoca, metodo di pietrificazione. E proprio da questo tema si lega il titolo del nuovo full lenght dei Warmblood, intitolato 'Master Of The Dead'.

Nessuna novità interna, dato che il gruppo continua ad essere un terzetto coadivuato da Graziano Demurtas al basso nelle registrazioni studio, e sicuramente questa coerenza e coesione tra membri che dura fin dal primo album 'Necrocosmos Destination' del lontano 2008 è un punto a favore.

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Introdotto dalla bella ed inquietante copertina ad opera di Robert Hernanzed, 'Master Of The Dead' è un disco che nonostante pezzi anche molto elaborati e lunghi come possono essere l'iniziale 'Ritual Of Petrifaction' o ' Putrefaction Idiosyncrasy' non manca di mostrare un sound diretto come pochi e un ottimo coinvolgimento. Il growl di Giancarlo Capra non è di quelli che manca di fiato dopo pochi secondi e al contrario, in molti casi è proprio ciò che dà quel quid in più al disco, mentre la performance di Elena Carnevali alla batteria è davvero sorprendente, sopratutto nelle varie strumentali 'Master Of The Dead Pt. I / IV', che ben spezzano il ritmo lasciato dai pezzi precedenti e che portano ad un ascolto complessivo per nulla eccessivamente 'in your face', che sicuramente gioverà nel caso si voglia dare una seconda o terza possibilità all'album. Merito anche delle parti melodiche di chitarra di Davide Mazzoletti che in molti momenti mi hanno portato alla mente anche i primi lavori degli Arch Enemy, come nella finale 'Cremation'.

Con un concept del genere la paura è sempre quella di trovarsi davanti ad un polpettone difficilmente digeribile, invece in questo caso i Warmblood riescono nell'impresa di consegnare all'ascoltatore un lavoro di ottimo pregio e con una prestazione complessiva dei musicisti da promuovere assolutamente, cosa ormai non così scontata oggi come oggi.

Recensione a cura di Francesco Metelli

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