I
Malauriu sono un piccolo/ grande esempio di coerenza artistica ma anche voglia di superare le barriere del metal estremo.
Chi ascolterà questo nuovo ritorno omonimo, non solo vedrà saltare all’occhio una modifica grafica del logo ma soprattutto stenterà a riconoscere la band siciliana capitanata da
Schizoid.
Perché qui i nostri assoldando il cantante e membro dei
The Magik Way ed ex
Mortuary Drape spostano l’asticella più in là, verso un lavoro concettuale ma sperimentale a livello musicale.
Qui si può parlare di black metal non a livello superficiale, ma a livello di concetto, perché questo è un viaggio dove la sostanza conta più della forma, e non è poca cosa.
Qui non sentirete nessun growl, nessun blast beats e nemmeno una progressione in tremolo; le chitarre sono utilizzate raramente come tappeto acustico, salvo una volta tirare fuori un riff elettrificato.
In queste quattro tracce c’è un suono figlio del progressive più acido, ritualistico e figlio dei
Pink Floyd più barrettiani; tastiere, percussioni e il basso sono l’architrave sonora di questo nuovo lavoro dove la voce del vocalist piemontese è teatrale e soprattutto declama il rito esoterico in questa celebrazione occulta.
Gran bella prova del terzetto per sperimentare nuove forme di estremo oltre il confine del metallo conosciuto come in alto, così in basso.
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