Inutile girarci intorno, i
Sabaton dividono.
Chi li ama e porta ogni loro uscita discografica a scalare le classifiche e le vendite e chi li disprezza, considerandoli un pò "una spazzatura" Metal.
La verità, come sempre, sta nel mezzo con una doverosa premessa perlomeno per quanto riguarda il sottoscritto e cioè che questo è il primo disco che ascolto dall'inizio alla fine della band di Falun e che quindi mi sono approcciato alla recensione in modo quasi vergine e privo di preconcetti.
Quindi?
Il disco è bello, sopratutto è un concept ben fatto con 11 canzoni che raccontano 11 episodi della Guerra Mondiale 1914-18 come grandi affreschi d'epoca, sontuosamente raccontati con novizia di particolari. Tanto per intenderci ogni canzone ripercorre un episodio specifico della Grande Guerra, ad esempio "
Sarajevo" l'assassinio di Archduke Franz Ferdinand, "
Stormtroopers" i corpi speciali della Germania imperiale, "
Dreadnought" una particolare nave da battaglia e così via. Un simile lavoro presupponeva ovviamente una musica pomposa, ricca di orchestrazioni, di arrangiamenti, di cori e così è stato anche se tutta questa lisciatura dei suoni è andata ad inficiare la forza d'urto finale delle canzoni sempre intesa piu' che altro come mix fra melodia (tanta) e spruzzate metal.
Ci sono brani taglienti che funzionano bene come "
Stormtroopers" e "
The Unkillable Soldier" dal chorus adatto ad essere cantato dal vivo, pezzi più oscuri e cadenzati quali l'ottima "
Dreadnought" e brani più facili quali "
Soldier Of Heaven".
Una costante che mi va giù a fatica è il vocione a mio parere inappropriato di Joakim Brodén, che dovrebbe trasmettere orgoglio bellico, epicità e potenza ed invece risulta fastidioso, di contro bisogna dare atto agli altri componenti della band di saper padroneggiare bene gli strumenti e di essere in grado di buttare giù riff efficaci come in "
Hellfighters" e sopratutto "
Valley Of The Death" uno dei pezzi che meglio coniuga melodia e metallo, altrove il piglio un pò gigione torna ad essere dominante come in "
Race To The Sea".
Sul finale ci sono le 2 perle del disco vale a dire la struggente e drammatica ballad "
Christmas Truce" e l'epica "
Versailles" una colonna sonora composta da archi, fiati, cori che accompagnano la narrazione del famoso Trattato che portò alla conclusione della Grande Guerra.
"
The War To End All Wars" unisce epicità, produzione stellare e tanto mestiere da parte dei
Sabaton, un mix vincente che se da un lato dimostra sempre di più che "
formula vincente non si cambia ", dall'altro rischia alla lunga di annoiare un pò.
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