Che al giorno d'oggi la scena death metal underground sia affollatissima, non è certo un mistero. Quello che nei primi anni del 2010 con la nascita del movimento revival thrash che vide alcuni gruppi scomparire inesorabilmente (Bonded By Blood, Fueled By Fire, Gigantor) ed altre fortunate che riuscirono a guadagnarsi posizioni sempre più alte (Angelus Apatrida, Warbringer), fu poi quasi accantonato dalla ripresa di un interesse e sovraffollamento di band death metal che spingono tuttora per avere quella tanto desiderata notorietà...più o meno, ovviamente non parliamo di esibizioni sulla rete pubblica. Altra band che dunque si inserisce in questo contesto sono gli spagnoli
Sepulchral, già attivi da un bel po' di tempo in effetti.
Nata sotto la spinta ed idea del bassista e cantante
Dusk nel 2013 (attivo tra l'altro anche in band come Arvalastra e Dishearten), ma concretizzatasi poi solo tre anni più tardi con l'inserimento del chitarrista
Wolf, poi sostituito da
Gorka Pérez, e del bassista
Gaueko, i
Sepulchral hanno all'attivo un palmares iniziale non da poco in questi brevi anni, due demo e un ottimo EP uscito nel 2019. A questi si aggiunge
'From Beyond the Burial Mound', debut album tanto agognato e sognato dal gruppo.
Questo, sono sicuro, sarà un disco che farà felici tutti gli amanti del death metal vecchia scuola ma anche thrash, dato che possiamo trovarci subito dalle prime note (tolta l'intro) chiarissimi riferimenti non solo a band come Bolt Thrower, ma anche ai Sodom dei primissimi tempi, Venom, e Possessed. Nonostate infatti un problema di disomogenità generale un po' in tutti i pezzi, la band non spreca energie nel suonare palesemente ciò che vuole senza tante restrizioni o imposizioni. Questo lo possiamo chiaramente sentire in pezzi come
'Harbor of Drifting Souls',
'Cursed Epitaph', o l'adrenalinica
'Coffin Miasma'. Produzione inoltre che gioca un ruolo fondamentale risultando non eccessivamente 'putrida' e dado così un ascolto chiaro di tutti gli strumenti, ma non per questo neanche eccessivamente patinata. Sarebbe sciocco e tremendamente logorroico fare un track by track, dato che comunque i
Sepulchral giocano poche volte su rallentamenti o cambi di tempo improvvisi (tranne forse per la cover di
'Blood Freak' dei Necrophagia), ma puntano tutto esclusivamente sulla velocità e sull'impatto.
Un ascolto che direi d'obbligo per chiunque sguazza in queste sonorità, e che sicuramente sarà capace di smuovere qualche testa in un headbanging sfrenato. Quanto potrà durare, se più di due ascolti o tre, su questo ho dei dubbi, ma sicuramente il divertimento è assicurato.
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