Copertina 5,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2004
Durata:36 min.
Etichetta:Xtreem

Tracklist

  1. NO DIVINE RAPTURE
  2. ON YOUR KNEES
  3. NAILED FOREVER
  4. BRUTALLY TORN SANITY
  5. DEVOUR DIGEST DEFECATE
  6. ABSCESS IN BLACK
  7. THE PLAGUE THAT HUNTS
  8. WAY OF THE ROTTING
  9. INGEN UTVÄG

Line up

  • Rogga Johansson: vocals, guitars
  • Patrik Halvarsson: bass
  • Matte Fiebig: drums

Voto medio utenti

Quinto disco in cinque anni, un vocalist come Rogga Johansson che è lo stesso degli Edge Of Sanity, band in cui suona lo stesso Dan Swano che ha masterizzato questo disco, e dulcis in fundo la produzione dei Soundlab Studios di Miezsko Talarczyk dei Nasum. Aggiungete che la band si definisce la più pesante e brutale death metal machine del 21° secolo! Date queste succulente premesse uno si aspetterebbe chissà quale diavoleria di album, e invece no, o almeno non proprio.
Il sound proposto dai Paganizer su questo “No Divine Rapture” è uno swedish death che richiama molto le vecchie cose di Entombed, Dismember e Vomitory, e purtroppo la manna finisce qui, perchè la band non sa andare oltre gli stereotipi del genere. Tuttavia bisogna rimarcare che il disco spacca, è suonato bene e prodotto bene, anche se la produzione sarebbe meglio definirla “giusta”, visto che è sporca e abrasiva come quelle di inizio anni ’90. Le canzoni sono tutte nella media, brutali ed intense, ma quante volte dovremo sentire sempre le stesse solite cose? Sono rari i momenti in cui i Paganizer cercano di scostarsi dai clichè, uno di questi è “Brutally Torn Sanity” che ha un inizio molto doomy, prima di sfociare nelle solite coordinate dello swedish death marcio sì, ma monocorde, anche per via della voce di Rogga, la quale non muta mai registro.
Il disco scorre via a volte tra qualche sussulto, “Abscess In Black”, e molta noia. Se poi amate queste sonorità alla follia e siete nostalgici delle succitate bands, allora son sicuro che questo disco potrebbe fare la vostra felicità, in caso contrario dategli un ascolto prima di comprarlo.
Forse sarebbe il caso che questi “musicisti” scandinavi, prolifici come dei criceti in calore, diradassero le loro uscite, che oramai raggiungono il parossismo, e si concentrassero su pochi buoni progetti. Son sicuro che la qualità si eleverebbe, e non ci troveremmo costretti a scrivere sempre le stesse cose.
Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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