Il
Qilin (anche Kilin o Kirin) è una creatura mitologica del folklore asiatico, noto anche come unicorno giapponese. La sua rappresentazione è simile a quella della chimera ed è considerato uno dei quattro animali di buon augurio insieme a drago, fenice e tartaruga.
Questo il significato del nome scelto dal presente quartetto parigino, che debutta con l'album "
Petrichor". Lavoro interamente strumentale, che ingloba solide basi stoner con suggestioni post-rock, vibrazioni desert, intensa fuzz-energy ed atmosfere che spaziano dallo psych-space ad un certo retrogusto doomy. Una ricetta piuttosto variegata, che i francesi dipanano lungo sei brani estesi e ricchi di variazioni stilistiche.
Ad esempio, se vi piacciono gli Earthless o i Wo Fat troverete gratificante il lungo trip acido "
Myrmidon's big jam", che procede per dieci minuti con passo gladiatorio e combattivo seguendo il turbinio chitarristico di
Thomas sul modello di Isaiah Mitchell. Jam-song da stordimento assicurato.
Se invece preferite temi più rallentati e vagamente sinistri, c'è l'altrettanto dilatata "
Head of Medusa" con il suo andamento cupo e lievemente decadente che sfocia poi nell'assolo centrale e successivamente in poderose divagazioni quasi sludgy. Si coglie l'eco dei Pelican e del movimento post-stoner rock, ma il quartetto regge ottimamente sul piano strumentale e finisce per denotare una certa freschezza di idee.
Altri spunti interessanti provengono dall'iniziale "
Through the fire", pezzo heavy-stoner molto robusto e spedito (alla Karma to Burn) che impatta a valanga facendo scapocciare per bene, così come dall'intreccio doom/prog/fuzz della più sofisticata "
Labyrinth" e dai vapori desertici e psichedelici che si diffondono da "
Cold Pine highway", una sorta di rivisitazione dei Kyuss in chiave contemporanea.
Un lavoro strumentale ben strutturato e poco ripetitivo. Certo qualche passaggio sembra un pò abbondante, ma i transalpini evitano di esagerare e finiscono per risultare buoni esecutori della materia. Se apprezzate i nomi citati nella recensione, apprezzerete i
Qilin.
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