Seconda produzione col nuovo moniker "Company Of Snakes", in luogo di "The Snakes". Si conferma dietro il microfono Stefan Berggren, descritto come una via di mezzo tra David Coverdale, Paul Rodgers e che aveva sostituito già nel precedente live "Here They Go Again" Jorn Lande.
Gli ex Whitesnake Bernie Marsden, Micky Moody e Neil Murray continuano nella loro opera nostalgica di recupero e riproposizione fedele del sound del serpente bianco che caratterizzò albums come "Ready And Willing", "Love Hunter" e via dicendo. La band annovera nella line-up anche Don Airey alle keys (anch'egli con gli Whitesnake nelle sessioni di "1987" e "Slip Of The Tongue") e John Lingwood alla batteria.
Poco da dire stilisticamente per un album adattissimo sia ai nostalgici del genere, sia per i rockers attuali, visto che oggi di produzioni valide dedite a questo stile ne escono poche, ma, come accaduto per le precedenti uscite di questa band, risultano sempre ben accolte e considerate.
L'album si fa ascoltare piacevolmente, senza buchi clamorosi per tutta la durata delle quindici tracce, in cui sono inclusi un breve intro acustico ed il suo reprise come outro del cd. Così come per le pecedenti produzioni, "Burst The Bubble" è adattissimo a tutti gli amanti degli Whitesnake pre "1987", quelli votati essenzialmente all'hard rock, al blues ed al boogie.
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