Arrivati al terzo full lenght, gli svedesi
Armory sono ora chiamati a confermare le ottime premesse intraviste nei due precedenti album, sopratutto dell'ottimo debut album
'World Peace...Cosmic War'. Con radici ben affondate da una parte nella scena NWOBHM dei primi anni 80', e dall'altra in riff che ricordano non poco band emblema dello speed metal come Exciter, ma sopratutto Agent Steel (e questo era già evidente dai titoli delle canzoni, oltre che dalla copertina), la band non sembra aver voglia di fermarsi davanti e nessuno e, fresca di un contratto con la Dying Victims, pubblica in questo 2022
'Mercurion'.
Partiamo con una breve premessa: questo sarà un disco che gli ascoltatori dai gusti più classici e retrò sono sicuro adoreranno, ma non tutto in
'Mercurion' funziona bene. Non si tratta della produzione, e neanche della prova generale di tutti i musicisti, ma del vocalist
Petrus Andersson, con un tono vocale perennemente su tonalità alte e graffianti, non alla John Cyriis per intenderci, ma che sembra costantemente voler emulare altri come Dan Beehler, riuscendoci anche in alcuni frangenti, mentre in altri risulta davvero eccessivo.
Il che è davvero un peccato, contando che in questo nuovo full length troviamo pezzi davvero interessanti e adrenalici al punto giusto come
'Message From The Stars' con costanti duelli fra chitarre pronti a farci rituffare negli anni 80' o
'The Hunters From Beyond' che riporta un po' di ricordi dei primi due dischi dei Flotsam And Jetsam. Come detto però la voce di Andersson non pecca in tutto il disco, ad esempio
'Transneptunic Flight' è una canzone godibilissima, ma se poi arriviamo a
'Void Prison' dove sembra una gara a chi strilla di più, allora cadono veramentele braccia. Gli
Armory in generale dimostrano comunque di aver maturato e di molto il loro songwriting, con continui cambi di tempo non messi a caso, ma con un preciso filo logico.
Non mi viene da definire
'Mercurion' come una occasione sprecata, ma certo un senso di amaro è presente. Se saranno affinati quei piccoli difetti dal punto di vista vocale, gli
Armory potranno senza dubbio candidarsi a una delle band più interessanti nel campo della NWOTHM, e spero vivamente che ciò accada dato il potenziale espresso dagli svedesi finora.
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