Cosa dire di
vagamente produttivo nella trattazione di “
Kamikaze - 10 years in the slums”,
Ep che celebra il decennale discografico degli
Hell in the Club?
Testimonianze della mia spiccata ammirazione per il gruppo le trovate ampiamente disseminate tra le pagine virtuali di questa
gloriosa webzine e quindi mi limito a confermare quanto già espresso in passato su quelli che considero tra i più efficaci propugnatori del
revival sleaze rock/street-metal, forti di una solidissima base culturale e tecnica e di un’attitudine che per conquistare credibilità ed eccellenza artistiche non è proprio possibile simulare.
Un approccio ormai pienamente maturo, capace di forgiare un suono denso d’inebriante freschezza e di
feeling autentico e che grazie a tali elementi riesce a svincolarsi da ingombranti paragoni, pur rimanendo fedele ai
sacri dogmi del settore.
Insomma, superata la fase in cui si rischia di vederli definire i “nuovi qualcun altro”, agli
Hell in the Club non rimane che consolidare la propria personalità e consapevolezza affrontando con innata disinvoltura la “storia” del genere e poi arricchendo il repertorio con due intriganti nuovi frammenti sonori e con un’ulteriore “chicca” da regalare a tutti i loro
fans.
Le sentite trascrizioni di “
He's back (The man behind the mask)” e “
Chainsaw Charlie (Murders in the new morgue)”, consegnano ai “tempi moderni” due capolavori in note e rendono omaggio con riconoscenza, devozione e vitalità all’impareggiabile maestria di
Alice Cooper e W.A.S.P., mentre alla nuova versione di “
In your eyes” (
bonus track giapponese di “
Let the games begin”) è affidato il compito di rivelare il lato più intimo, malinconico e orchestrale di una
band che ha tanti modi per soggiogare la sfera sensoriale del pubblico di riferimento.
Tra le diverse sfumature espressive, ovviamente non può mancare quella maggiormente rappresentativa e “appariscente” di questo particolare ambito stilistico, ed ecco che gli inediti “
Kamikaze” (soprattutto) e “
10 years in the slums”, restituiscono intatta la miscela di energia, sfrontatezza
anthemica e colore melodico che ha reso il quartetto italico una grande realtà della “scena”.
Dopo i fuggevoli e godibili festeggiamenti, attendiamo con impazienza i prossimi dieci anni (e più, la longevità del r
ock n’ roll è sempre più un dato di fatto …) degli
Hell in the Club …
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