Eccomi qui a recensire il nuovo album di
Katherine Shepard in arte
Sylvaine.
Il nuovo album prosegue il percorso musicale della musicista norvegese dove rabbia, melodia e quiete si uniscono in un melange emotivo; un quadro sonoro pieno di calore, luce e qualche pennellata di nero.
Si parte con la titletrack e chi non conosce questa poliedrica artista rimarrà stupito; brano totalmente lasciato alla vocalità dolce ed eterea della nostra come unico strumento.
È come se una ninfa dei boschi cantasse solo per noi; ci sono in lontananza dei tocchi di chitarra e tastiera, quasi impercettibili; sembra un canto sacrale.
Con “
Mono no aware”, ecco che lo spettro sonoro si fa più aggressivo con un taglio post black metal e una voce rabbiosa ed aggressiva in screaming che fa da contrasto a dei cori puliti come le melodie delle chitarre.
Chiunque rimarrebbe di sasso nel sentire una creatura dalle fattezze dolci e delicate come la scandinava avere una vocalità così piena di rancore; un contrasto che rende ancor più denso questo brano lungo, con momenti di calma e tempesta e qualche influenza progressive.
“
Fortapt”, si apre con un arpeggio malinconico e la voce pulita della nostra per poi ecco esplodere l’elettricità in questo mid tempo epico ed emozionante.
Un grande affresco che sicuramente penetra dentro l’anima con schegge metalliche ad accompagnare una voce delicata e con una lacrima di tristezza e graffi rabbiosi.
Un album aperto, non chiuso a riccio come la figura che campeggia in copertina, ma che si dischiude come i petali di un fiore profumato, da avere.
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