Nel corso delle nostre esplorazioni musicali abbiamo spesso attraversato i confini del Cile incontrando valide realtà locali che poco o nulla hanno da invidiare ai loro colleghi nordamericani in termini di qualità ed attitudine come, per esempio,
Fog, Serpent Throne, Torfrom e
GodagainstA questo giro di danze, con l’uscita di
“Fragments at the edge of sorrow” per
Chaos Records, invece facciamo conoscenza dei
Mortify, quartetto proveniente da Concepcion e dedito alla causa del death metal vecchia scuola.
Fin dalle prime battute, si capisce che i
Mortify hanno le idee molto chiare su come si suona un death contorto e cupo, prendendo le distanze dal trend che attualmente spadroneggia nel sottobosco del Metallo Morto imperniato soprattutto sull’ibridazione col doom e l’affannosa rincorsa a chi genera le sonorità più putride.
Certo non mancano le fustigate sulla schiena come
“Astral sphere from a bleeding soul”, ma si capisce che il quartetto cileno si trova maggiormente a suo agio quando può variare con rallentamenti sofferti che possono riportare alla mente i
Morbid Angel del periodo “B” e “C”, oppure sfoggiare passaggi più simili ai primi Incantation ed, in generale, riconducibili alla scena death europea dei primi anni 90 (
Gorefest e
Atrocity su tutti)
Su tutto questo aleggia la sensazione (positiva) di una band consapevole del proprio bagaglio tecnico (valga in questo senso l’eccezionale strumentale “
Mindloss”) e capace di scrivere brani dotati di un senso logico, legati fra loro, che si può ben riassumere definendo i
Mortify come un gruppo maturo.
Fra le sorprese del primo trimestre di quest’anno, altamente consigliati se siete alla ricerca di un death metal non banale capace di far presa prima sulla mente che sul corpo.
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