Muoiono le città,
muoiono i regni,
copre i fasti e le pompe arena ed erba,
e l'uom d'esser mortal par che si sdegni:
oh nostra mente cupida e superba!
Non so perché, ma la mente mi è andata alla Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso.
Mi è andata, cioè, indietro nel tempo, verso un'epoca fiera e orgogliosa quando i valori erano davvero tali.
Forse sono impazzito.
O forse no.
Sicuramente, invece, il terzo album dei francesi
Véhémence, è un lavoro semplicemente
clamoroso.
Medieval Black Metal ai massimi livelli, suonato con ferocia, eleganza, spirito epico e delizioso tocco melodico.
Già in passato, il gruppo aveva dato prova del suo valore rilasciando un paio di album decisamente sopra la media, ma è con questo
"Ordalies" che entriamo in zona capolavoro grazie ad un sapiente mix di armonizzazioni in tremolo picking di chiara matrice svedese (più volte mi sono venuti in mente i Naglfar degli esordi), melodie influenzate dall'epic / power metal più classico (gli amanti dei primi Blind Guardian troveranno pane per i propri denti) e magnifiche incursioni in territori medioevali, alcuni passaggi sono davvero da brividi, sottolineate dall'uso di strumenti tradizionali come violoncelli e arpe, il tutto forgiato in un antico crogiolo di metallo dal quale sgorga una tempesta che spazzerà via ogni cosa con la sua potenza e la sua barbara epicità.
All'interno di
"Ordalies" non esiste un solo momento di stanca o sottotono: ogni singola nota, ogni singola canzone, ogni arrangiamento, ogni dettaglio, tutto è praticamente perfetto, così come perfette sono le devastanti melodie battagliere e la stratosferica prova dietro al microfono di
Hyvermor, direttore della
Antiq Records che pubblica l'album, capace di marchiare a fuoco tutto il lavoro sia con lo scream che con i vocalizzi puliti, dimostrando, se ce ne fosse ancora bisogno, il suo enorme talento ed il suo ruolo centrale nella scena francese.
Al di sopra di tutto, però, si staglia, luminoso, il songwriting del leader
Tulzcha che inanella una serie di prestazioni da brividi, sia con la sei corde che con il flauto e le tastiere, riuscendo a rendere scorrevole le lunghissime composizioni di
"Ordalies" (rigorosamente cantate in francese), tanto che l'ascolto scorre via veloce senza che nemmeno ci si renda conto dell'ora di durata di un'opera gonfia si energia e di cristallina ispirazione, un'opera che si candida, prepotentemente, ad essere tra le migliori uscite dell'anno in ambito estremo, e non.
Ancora una volta, dunque, la Francia si dimostra paese dominante in materia di black metal ed i
Véhémence si innalzano al rango di antichi menestrelli medioevali che riescono ad esaltarci con le loro atmosfere, i loro cori da cantare a squarciagola, la loro bramosia di conquista, ed il proprio spirito nero che, velenoso ed affascinante, avvinghia tutto l'album rendendolo maligno, per quanto, comunque, cavalleresco e battagliero alla stessa stregua di band come Darkenhöld e Sünhopfer ai quali i Nostri possono essere accostati ma dai quali si distaccano per qualità e originalità.
Se siete amanti del suono più epico, non dovete lasciarvi sfuggire questa perla di intensità e magniloquenza attraverso la quale non potrete fare altro che innalzare al cielo le vostre spade, i vostri vessilli ed il vostro grido di guerra: il nemico avrà paura di voi, e voi non avrete paura della morte.
Album esaltante se mai ce ne fosse uno!
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