L’esordio dei
Mask Of Confidence è molto più che un semplice omaggio all’opera di Mick Karn, indimenticato bassista dei Japan di David Sylvian.
Difficile non pensare alla band britannica ascoltando l’introduttiva
“The Hunger” o
“2020 Vision”, ma la musica di
Stefano Castagna, Fabio Trentini e
Jeff Collier va ben oltre, accostando chitarre crimsoniche - c’è un certo
Pat Mastelotto alla batteria - a strutture ipnotiche dai contorni industrial (
“You’re Gonna Make Me”, “Shiny Objects”).
Il basso è quasi sempre protagonista (
“As The Bark To The Tree” profuma di Jaco Pastorius), e si presta a varie sperimentazioni (se
“Costa” rievoca Brian Eno,
“Tooth & Nail” strizza l’occhio a David Byrne).
“A Postcard From A Future” è ballabile ma sinistra, mentre la strumentale
“Corpulent Maenad” ricorda le atmosfere fumose dei film di David Lynch.
“The Spinistry Of Men”, a cavallo tra Japan e John Foxx, chiude un lavoro riuscito e affascinante, che farà la gioia di tanti nostalgici della new/dark wave più lisergica e ricercata.
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