Guardate con attenzione la copertina del disco.
Adesso date un occhio alla foto del trio americano:
Serve davvero che io vi dica che cosa suonano i
Serpentshrine nel loro secondo album?
Se la risposta fosse affermativa, credo abbiate vissuto su Marte negli ultimi trenta anni. O magari avete 15 anni.
In entrambi i casi avreste un "problema".
"Allegiance To The Myth" è un disco di purissimo Black Metal indissolubilmente legato alla prima metà degli anni '90, ed è un album nero, anzi nerissimo, che vi farà scorrere brividi di piacere (malato) lungo la schiena e vi saprà congelare fin nei più reconditi anfratti della vostra anima.
I
Serpentshrine si cimentano, dunque, in un genere nel quale è stato detto praticamente tutto, ma lo fanno con una convinzione e con un talento che permettono loro di non essere la mera copia di questo o quel gruppo, ma che, anzi, aiutano il gruppo a dare alla propria musica un taglio malsano e oscuro, in bilico tra raccapricciante violenza e momenti atmosferici dall'elevata forza evocativa, nel quale sprofondare lentamente e del quale godere in rigorosa ammirazione di tanta, devastante, blasfemia.
Gli americani riescono nel difficile compito di risultare "moderni" (l'evoluzione del genere non è stata dimenticata) pur essendo strettamente legati al passato, e riescono, anche, ad essere molto credibili sia nel saper dipingere atmosfere arcane nei momenti più riflessivi, sia ad essere devastanti quando il sibilo delle chitarre e le voci vomitate dagli inferi diventano assoluti protagonisti di una amalgama sonora dai contorni "guerreschi" che urla
Satana ad ogni nota.
Qui dentro c'è il suono, doloroso, del male.
Questo è il Black Metal.
La dannazione ha spalancato i proprio cancelli: avrete il coraggio di entrarvi?
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