La mia ammirazione per
Tuomas Saukkonen è notizia con cui non vale più la pena di tediarvi: lo considero una sorta di Re Mida del metal e tanto basta.
"
Waves", il secondo lavoro dei
Dawn of Solace (una delle tante creature del poliedrico compositore e polistrumentista finnico), è probabilmente uno dei dischi che più hanno girato nel mio stereo negli ultimi due anni accompagnando con le sue note sognanti, malinconiche e toccanti un periodo profondamente complicato della mia vita.
Considerando che ci erano voluti 14 anni per sfornare il successore di "
The Darkness" (debut dei
DOS), la pubblicazione di "
Flames of Perdition" a soli 18 mesi di distanza da "
Waves" mi ha decisamente colto di sorpresa e, contemporaneamente, riempito di gioia al pensiero delle emozioni che avrei potuto tornare a provare.
E dopo numerosissimi ascolti posso solamente ribadire quanto grande sia il talento di
Saukkonen, coadiuvato ancora una volta dalle profonde, evocative e toccanti capacità vocali di
Mikko Heikkilä dei
Kaunis Kuolematon (altra band da non perdere di vista!!!).
Musicalmente "
Flames of Perdition" riprende il filo del discorso interrotto con le ultime note di "
Waves", proseguendo nel proposito di creare un mondo pieno di malinconia al fine di evocare un diffuso stato di tristezza.
Le sonorità sono grigie, plumbee, soffuse, dolorose ma possiedono una forza ed una bellezza impareggiabili trascinate come sono dalle sontuose note che
Tuomas estrae dalla sei corde e dal pianoforte.
L'oscurità che anima i
Dawn of Solace si è evoluta e - complice il periodo forzato di solitudine che tutto il mondo ha attraversato negli ultimi 2 anni - ha compiuto qualche altro passo verso gli abissi di vuoto che abitano in molte anime angosciate nel mondo.
Piccolo neo, evidente nel mezzo voto in meno rispetto alla valutazione del disco precedente, una certa uniformità e ripetitività nella struttura degli otto brani dell'album (le 2 bonus tracks sono le versioni acustiche di "
Lead Wings" e "
Dead Air", brani presenti nei primi 2 lp); qualche elemento di rottura - parti vocali harsh ad esempio - a mio giudizio avrebbero fatto diventare "
Flames of Perdition" già oggi IL DISCO del 2022.
Ma, è inevitabile, un posto nella top ten di fine anno non è assolutamente in discussione.
Dawn of Solace - "
White Noise"
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