Mentre molti gruppi si limitano a "farlo" a livello di bio, o quantomeno rimanendo nelle intenzioni, gli Irreverence mostrano con i fatti un attaccamento alle radici del Death/Thrash metal, in particolar modo a gruppi come i Kreator o Sodom. Non per niente per la registrazione di "Target: Hate", si sono recati in Germania ed avvalsi dell'aiuto di Harris Johns, noto ed esperto produttore che di certe sonorità se ne intende parecchio. Se proprio "Agent Orange" dei Sodom era stata ripresa sul precedente lavoro, in questa occasione gli Irreverence guardano anche oltre oceano, tocca così a "Pull The Plug" dei Death (da "Leprosy") rappresentare le influenze della formazione milanese. Oltre a questa cover, che ha anche l'incarico di chiudere l'album, troviamo altri cinque pezzi. Si parte con "Hate Has No Name", grezzo e aggressivo, un sempre convincente Ricky alla voce, mentre il nuovo chitarrista Stefano mostra maggior aggressività ed è meno maideniano del suo predecessore, aumentando così la compattezza dei pezzi. Non troppo diversa l'impostazione presente su "Red Zone" e "Darkening Their Light", sempre veloci sebbene i ritmi siano meno esasperati rispetto all'opener. Con "In Thoughts" gli Irreverence si propongono con uno strumentale, che concede qualcosina in più alla melodia, in particolar modo alla chitarra ad inizio brano. Personalmente avrei limitato gli inserti extra musicali all'inizio di alcuni pezzi, che finiscono poi per penalizzare l'impatto dei pezzi. Con "3092" gli Irreverence si allontanano dalla Germania a favore di un sound più a stelle e strisce, e mi riferisco a gruppi "minori" come i The Accused, i Blessed Death o i Blood Feast, questi ultimi per gli assoli di chitarra. Spiace quasi limitare l'esposizione di "Target: Hate" alla sezione demo, per l'impegno e la riuscita complessiva, e mi auguro che qualcun'altro si accorga presto di loro e gli dia l'opportunità di raccogliere maggiori soddisfazioni.

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