Cult-band per eccellenza del mondo stoner, gli
Acid King della cantante/chitarrista
Lori S. (
Lori Steinberg, nata a Palatine, Illinois, attualmente residente a San Francisco ed ex-moglie di Dale Crover dei Melvins) si sono formati nel 1993 quando questo filone era agli albori ed i gruppi che lo promuovevano si contavano sulle dita delle mani. Gli album "Zoroaster" (1995), il seminale e celeberrimo "Busse Woods" (1999, titolo ispirato ad una riserva forestale nei dintorni di Chicago) e l'altrettanto celebrato "III" (2005), sono rimasti impressi nell'immaginario dei fans di questo genere per l'incredibile carico di tossicità ipnotica e stordimento heavy-psichedelico.
La band americana ha sempre privilegiato un'attitudine live anzichè le produzioni in studio, così si è dovuto attendere il 2015 per gustare il quarto capitolo discografico: "Middle of nowhere, center of everywhere", anch'esso lodato dai conoscitori del settore nonchè dagli irriducibili fans della formazione.
Adesso è il momento del primo lavoro dal vivo, che riprende la performance del trio americano al famoso Roadburn Festival nel 2011. Mixato dal guru
Billy Anderson e masterizzato da
Justin Weis, il disco fotografa alla perfezione il sound cavernoso e tantrico caratteristico della formazione. Distorsioni e pesantezza, ossessività rock ed incedere melmoso, vocals ipnotiche e derive acid-space, nei sette brani ritroviamo l'incanto magnetico ed allucinatorio dei dischi citati prima. Da questi suoni saturi, grassi, sinistri, hanno preso ispirazione molte formazioni successive anche di ottimo valore. Ma
Lori e soci possiedono quel fascino arcano da pionieri del genere che trasforma un semplice concerto in un evento ritualistico. La profonda voce della cantante sembra provenire dai meandri di una intossicazione oppiacea, l'incedere lento ed oscuro (ad esempio "
On to everafter") è più sludge-doom di molti praticanti che si definiscono tali, le componenti psichedeliche hanno un tonnellaggio intimidatorio come nella cupa e sfibrante "
Coming down from outer space" che pare la colonna sonora di una devastante invasione aliena. Non manca però il groove stoner cadenzato, nei cupi brani che esaltano una cultura biker da fuorilegge antisistema ("
Wheel nation", "
Electric machine") che possono essere tranquillamente livellati a certi brani degli Electric Wizard (gruppo molto simile come impostazione di fondo).
Il drummer
Joey Osbourne, presente fin dall'origine della band, è una macchina ritmica pienamente collaudata, mentre il basso rovinoso di
Rafa Martinez accompagna in maniera tossica le distorsioni ed i rallentamenti dei riff di
Lori. Uno stile opprimente, che toglie il respiro ma che regala anche spazi di accessibilità grazie alle linee vocali pigre e sciamaniche. La conclusiva e torrenziale "
Sunshine and sorrow", con i suoi otto minuti di collosità heavy rappresenta la sintesi della musica post-Sabbathiana e psico-inquietante prodotta dagli
Acid King nella loro carriera.
Un live totemico per i fans degli statunitensi, una testimonianza vivida da parte di coloro che hanno contribuito alla nascita di un filone hard'n'heavy. Doom, psych, stoner, intrecciati a formare un torrente sonoro tanto vibrante quanto narcolettico, dagli orizzonti inquietanti e drogati.
Acid King, un nome una certezza.
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