Sunrunner - Sacred Arts of Navigation

Copertina 7

Info

Anno di uscita:2022
Durata:57 min.
Etichetta:Fastball Music

Tracklist

  1. THE LAUNCH
  2. PROMISE OF GOLD
  3. FARAWAY WORLDS
  4. INVISIBLE DEMON OF IDEOLOGY
  5. WHERE IS MY HOME
  6. ACADIA MORNING RIDE
  7. OBSTACLE ILLUSION
  8. DRAGONSHIP
  9. LAST NIGHT IN TULUM
  10. NO MESS, NO MAGIC
  11. NAVIGATING THE APOCALYPSE

Line up

  • Bruno Neves: vocals
  • Joe Martignetti: guitars, backing vocals
  • Ted MacInnes: drums, backing vocals
  • David Joy: bass

Voto medio utenti

Attivi da una decina di anni, gli statunitensi Sunrunner si presentano con il loro nuovo album, già il quinto in carriera, che si va a sommare a diversi EP, mettendosi subito in evidenza sia per la qualità del loro Progressive Metal sia per quel contesto lirico affrontato nuovamente anche su "Sacred Arts of Navigation": un'ambientazione Science Fiction, che vede i nativi americani alle prese con le tecnologie del futuro.

"The Launch" è un breve e interlocutorio strumentale, è così il mio primo contatto con i Sunrunner avviene con la powereggiante "Promise of Gold", ma nemmeno il tempo di pensare di averli inquadrati che ti spiazzano prima con il mood più cupo e sabbattiano di "Faraway Worlds" (con escursioni verso Candlemass), poi con le schegge impazzite di "Invisible Demon of Ideology", "Obstacle of Illusion" o dell'aggressiva "No Mess, No Magic", episodi dove il cantante Bruno Neves, pur autore nel complesso di una discreta prova, in qualche frangente appare un po' in affanno nel tentativo di stare al passo delle rincorse furiose dei tre musicisti cui si accompagna, il chitarrista Joe Martignetti, il bassista David Joy e il drummer Ted MacInnes. Neves si trova, infatti, più suo agio sulla meno frenetica e hardeggiante "Where is my Home" e sulla soffusa, ma anche insipida, ballad acustica, "Last Night in Tulum", mentre i suoi compagni di viaggio dimostrano di cavarsela da soli nei due strumentali, la più breve e folkeggiante "Acadia Morning Ride" e l'articolata "Dragonship", dove i Sunrunner confermano tutta la propria versatilità, tornando a sconfinare nei Seventies.
Questi quattro ragazzi del Maine, si congedano infine con "Navigating the Apocalypse", brano che cresce con il passare dei minuti sino a esplodere in un finale corale, comunque sempre dominato dalla chitarra di Martignetti.

Da segnalare la presenza come guest di Marcus Jidell (Avatarium ed ex Royal Hunt) il quale, oltre a proporsi alla chitarra, ha anche curato le registrazioni dell'album.


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Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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