Da supergruppo a supergruppo, dopo gli
House Of Lords nell'88 l'anno seguente è la volta dei
Bad English.
Praticamente i
Babys riformati, più il chitarrista dei
Journey Neal Schon, che nel frattempo stava lavorando al suo disco solista "
Late Nite" e per questo subito sembrava non accettare l'offerta, ed il tellurico
Deen Castrovono alla batteria, ex
Wild Dogs e
Tony MacAlpine.
Come riferito per la recensione di "
Union Jack" dei Babys, "
Bad English" è la prosecuzione diretta di quell'esperienza sonora, riveduta e corretta sulla base dello sviluppo del melodic rock anni '80.
E, come vi riferivo sempre nella recensione dei Babys, nove anni negli anni '80 non erano propriamente come quelli di oggi, proprio per merito del grande trasformismo in seno all'hard & heavy dell'epoca.
Parte del merito del suono di 'Bad English' va poi attribuito anche al poliedrico produttore
Richie Zito (Cheap Trick, Heart, Poison, Cult...), tanto che programmi televisivi come allora importante Deejay Television cominciarono a passare i video persino in Italia, caso più unico che raro.
Anche l'immagine dei Bad English come depone la copertina era tagliata per il grande successo per quello che era di fatto il grande immaginario degli anni '80.
L'album arriverà al numero 21 della chart Billboard 200 aggiudicandosi il disco di platino, sulla base di ben cinque singoli sparati in classifica.
Ma a dare fuoco alla miccia è '
Best Of What I Got' lanciata in orbita da tastiere squillanti e la grande chitarra di Neal, sembra davvero che la canzone accenda dei propulsori, magnifico incrocio proprio tra i Babys ed i Journey.
"
Heaven Is A 4 Letter Word" invece sembra più bluesy e pesca nel repertorio solista di
John Waite che, ricordiamolo, è di grande pregio.
'
Possession' è la prima ballad un po' in stile west coast, ma '
Forget Me Not', con un grande intro di atmospheric power riporta la band subito in territori hard, suggellando un altro dei punti forti di 'Bad English'.
'When I See You Smile' è la seconda ballad, stavolta giocata di più su reminiscenze Journey-esque. '
Tough Times Don't Last' e' un mid tempo riverberato a dovere dal sempre splendido Neal Schon, grande classe.
'
Ghost In Your Heart' fa pure meglio, è una di quelle canzoni roboanti che fa del suo andamento piano/forte uno dei punti di forza. '
Price Of Love' è un'altra ballad sapientemente condotta da John Waite e '
Ready When You Are' ha un riff spaccaossa ed un drumming possente.
Tra gli altri episodi eclatanti '
Rockin Horse' che piacerà molto ai fans dei
Damn Yankees.
C'è poco da aggiungere 'Bad English' e' un altro grande classico del melodic rock/aor, un disco che fa parte dell'epopea e mito degli eighties.
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?