Probabilmente il periodo di maggior splendore dell'aor, perlomeno quello imbastito su robuste trame hard, è sul finire degli eighties quando partirono le bordate di
House Of Lords o
Giant. E questi
Refugee arrivarono un attimo prima, soprattutto nel suggestionare
Dann Huff e soci.
Il gruppo proviene da Ottawa, Canada, e per alcune cose può essere visto anche come il degno successore del
Bryan Adams di "
Reckless", soprattutto nel debutto "
Affairs In Babylon", mentre il secondo qui presente risulterà molto più personale.
Oltre al leader e cantante
Myles Hunter, nella band militano anche il tastierista
Howard Helm, ex
Zon di cui si ricorda soprattutto il fantastico "
Astral Projector" del 1978 (uno dei massimi esempi di pomp rock!) e
Brian Doerner, batterista ex
Helix.
"
Burning Form The Inside Out" e' prodotto da
Pat Glasser, famoso per aver firmato con i
Night Ranger.
Parte
Survival In The Western World ed è subito hard rock intimistico che grazie alle perfette puntellature di tastiere sgrava il suono, con la voce profonda di Myles a fare da anfitrione; pura estasi e magia tipicamente eighties.
The Beauty Of Pain plana con le tastiere in bella evidenza del mago Helm ed un basso pulsante, pieno di groove, su di un soffice tappeto di chitarre prossime ai
Journey.
Love Survives possiede un riff risoluto che viaggia un'altra volta in simbiosi con le lussureggianti tastiere, ed un coro molto vicino ai Giant che, come si diceva, trarranno linfa vitale tra questi solchi.
Lay Me Down è una ballata ancora più intimista che farà felici chi ama gli immensi
Dare di "
Out Of The Silence".
Power scalpita su una trama leggermente funkeggiante, perfettamente scolpita da chitarre sinuose. Segue
American Dream colonna sonora di quegli anni dorati, un'altra volta bilanciatissimo perché i Refugee di "Burning From The Inside Out" si dimostrano una band già rodata e navigata.
Keep The Lion In The Cage ha all'inizio arrangiamenti quasi new wave/esotici, mai si sviluppa poi in un'altra melodia di classico, puro e incontaminato aor.
Chiude
Violence per un album che non mostra alcun cedimento o filler ed è considerato dai cultori del genere come l'ennesimo classico in materia, naturalmente targato '80.
Vero aor di frontiera.
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