Certe cose succedono solo a certe latitudini; da noi sarebbe vista come una provocazione, una bestemmia un’iniziativa analoga, ma noi culturalmente siamo indietro.
Perché signori, il black metal in Norvegia è patrimonio culturale, so che se ragioniamo paragonando la modesta situazione musicale italiana, almeno nel mainstream a quella nordeuropea facciamo la figura dei peracottari a divinare trapper che sono braccia rubate ai mercati generali della frutta o svociate divette buone solo per la sagra paesana della salsiccia.
Invece a Oslo che fanno? Per una mostra dedicata ad uno dei pittori riconosciuti al mondo nativo di quella patria chiamano una delle band più celebri del metal estremo a crearne la colonna sonora e non solo.
Perché i
Satyricon hanno fatto un omaggio a loro modo al pittore
Edward Munch, l’autore del famoso “
Urlo” tanto per capirci, inoltre presenziando per un’esibizione particolare dove la mostra è situata, ovvero all’omonimo museo dedicato al pittore nella capitale norvegese.
Questo disco che è stato partorito da questa sinergia creativa è lontano dagli album creati dal duo
Satyr e
Frost, qui di black metal ne troverete gran poco, e solo in senso lato, molto a livello emotivo se mi concedete la cosa.
Qui si parla di un’unica traccia dove l’ambient music è cupa, drammatica, sorretta da orchestrazioni malinconiche dove il collegamento con il nostro genere sono pochi riff di chitarra malsani, il tutto sostenuto da un tappeto di percussioni.
Una colonna sonora emotivamente coinvolgente; non sfiora la noia anche presa così singolarmente senza poter godere dei quadri esposti come completamento ma è un sigillo che pur avendo al suo interno i geni della band che conosciamo bene ne è al contempo stesso “altro”.
Prendetelo come un viaggio oltre il concetto di metal, dove la cultura è il perno che equilibra il tutto, bisogna avere la mentalità aperta per poter apprezzare un simile viaggio ma credetemi che ne vale la pena.
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